Il sindacato valdostano ritiene «condivisibili» le ragioni della mobilitazione nazionale contro la manovra finanziaria, ma segnala come i «tanti scioperi proclamati» rischino di auto-svalutarsi
Nessuna indicazione diretta sull'adesione allo sciopero generale del 29 novembre contro la manovra finanziaria dello Stato, nonostante alla base della mobilitazione vi siano «ragioni assolutamente condivisibili su tematiche che colpiscono direttamente tutte le categorie di cittadini». Questa la linea scelta dal direttivo del Savt per la mobilitazione indetta da Cgil e Uil che coinvolgerà per 24 ore trasporti, scuola e sanità.
Da una parte il Syndicat esprime «grave preoccupazione» per la tendenza ad «andare sempre di più verso la privatizzazione di alcuni servizi essenziali» come sanità e istruzione «vista, tra l'altro, l'alta imposizione fiscale alla quale siamo sottoposti». Allo stesso tempo però il Savt osserva che «i tanti scioperi proclamati (11 giornata solo a novembre, ndr), se da un lato testimoniano le difficoltà che esistono nei vari settori produttivi del Paese, dall'altro rischiano di far perdere di incisività» allo strumento stesso dello sciopero. Inoltre il sindacato valuta «il forte pericolo di confondere i lavoratori stessi, che rischiano di essere disorientati da una grande serie di scioperi che a volte hanno connotati poco sindacali».
Riguardo alla mobilitazione di venerdì il direttivo del sindacato valdostano ritiene quindi «opportuno non doversi limitare a dare un'indicazione ai lavoratori se aderire o meno allo sciopero del 29 novembre, visto che sono liberi di decidere da soli sul da farsi» e preferisce chiedere un incontro al presidente della Regione. L'obiettivo è «mettere al centro dell'attenzione le preoccupazioni del Savt sulla tenuta del tessuto sociale» visto «l'impoverimento di alcune fasce di lavoratori e di cittadini» in aumento anche in Valle d'Aosta.
M.C.