Il testimone e il santino di San Michele Arcangelo: 'Sin da piccolo l'ho visto in sogno'
AOSTA. Le indagini sulla criminalità organizzata e la 'ndrangheta in Valle d'Aosta hanno più volte toccato il mondo della Massoneria. Secondo l'ordinanza del gip di Torino sull'indagine Geenna, in una tavernetta del centro storico di Aosta, in via Porta Pretoria, fu fondata il 19 settembre 2015 la "loggia massonica Aosta n. 1 San Fantino dell'obbedienza massonica No Nobis". Tra i presenti alla cerimonia anche "Antonio Raso", uno degli imputati del processo in corso ad Aosta per l'indagine Geenna.
Della fondazione della loggia aostana si è parlato nel corso dell'udienza di oggi in tribunale. Come testimone della difesa di Raso è stato sentito Marcos De Muru, agente immobiliare ritenuto uno dei quattro aspiranti cavalieri presenti nella tavernetta quel giorno di settembre di cinque anni fa.
Rispondendo alle domande, De Muru ha dichiarato che era nato un "percorso comune che poi è andato a scemare. C'era la volontà di crearla ma a parer mio non c'erano gli ambienti adatti né le situazioni adatte". Secondo De Muru "non c'era un progetto vero per una loggia massonica, almeno per quanto mi riguarda. Si è fatta la riunione la prima volta e poi io ho fatto un altro percorso nell'ordine dei Cavalieri templari", ha aggiunto De Muru confermando il suo interesse verso "esoterismo e numerologia".
Il discorso si è poi spostato sui santini, in particolare su quello di San Michele Arcangelo, protettore della Polizia di cui la 'ndrangheta si è appropriata. Alla domanda se si ricordava di aver regalato un santino di San Michele Arcangelo a Raso, il testimone ha risposto "Non ricordo. Sin da piccolo l'ho visto in sogno. Può essere che lo abbia regalato, io ne regalo una marea, per me è un simbolo di protezione".
M.C.