'La presenza della 'ndrangheta in Valle confermata per la prima volta a livello giudiziario'
AOSTA. Oggi da Torino sono arrivate le prime sentenze sui processi dell'inchiesta Geenna sulla presenza in Valle d'Aosta di un locale di 'ndrangheta.
I giudici hanno inflitto dodici condanne al termine del rito abbreviato escludendo in diversi casi l'aggravante del 416 bis, l'associazione di tipo mafioso.
A Bruno Nirta, 62 anni, residente in provincia di Reggio Calabria, la condanna più pesante: 12 anni e 8 mesi. Riconosciuto colpevoli anche gli aostani Marco Di Donato ed Alex Di Donato, rispettivamente a 9 e 5 anni, e l'avvocato penalista torinese Carlo Maria Romeo, che compirà 62 anni domani, alla pena di 4 anni e 6 mesi.
Il magistrato torinese Dionigi Tibone, sostenitore dell'accusa, ha commentato che "l'impianto accusatorio è stato sostanzialmente confermato" aggiungendo che "è la prima volta che viene riconosciuta a livello giudiziario la presenza della 'Ndrangheta in Valle d'Aosta", il commento di Dionigi Tibone, il magistrato che oggi al Palazzo di Giustizia di Torino ha rappresentato la procura al momento della lettura della sentenza di uno dei processi nati dall'inchiesta Geenna. "L'impianto accusatorio - ha aggiunto Tibone - è stato sostanzialmente confermato".
Prosegue intanto l'altro processo, quello con rito ordinario, davanti al tribunale di Aosta per gli altri imputati Marco Sorbara, Monica Carcea, Alessandro Giachino, Nicola Prettico, Antonio Raso.
Cesare Neroni