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Era corteggiamento e non stalking: Tar annulla un ammonimento del Questore

La donna aveva querelato l'uomo dopo alcuni regali e messaggi non graditi. Per il Tar della Valle d'Aosta erano 'comportamenti innocui e inoffensivi'

Tar della Valle d'Aosta

«Analizzando tali condotte nel contesto nel quale le stesse sono state perpetrate e valutandone le concrete modalità di estrinsecazione, si evince che il ricorrente non aveva manifestato alcun intento persecutorio o molesto nei confronti della signora [...], limitandosi a corteggiarla». Il Tar della Valle d'Aosta ha così annullato un provvedimento di ammonimento firmato dal questore di Aosta nell'ambito dei reati da "Codice rosso" per stalking.

Il provvedimento era stato emesso dopo che una donna aveva presentato un esposto in Questura nei confronti di un uomo conosciuto per motivi lavorativi. La questura ha riconosciuto che i comportamenti del querelato avevano "determinato nell'esponente un progressivo accumulo di ansia e di timore", in linea con i presupposti per l'ammonimento e per l'invito rivolto all'uomo a frequentare "percorsi di recupero e stabilizzazione delle devianze".

L'ammonimento può essere emesso nei confronti di chi "con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita". 

Secondo i giudici del Tar però "i comportamenti tenuti dal ricorrente, pur avendo potuto creare imbarazzo o fastidio nella controinteressata" vanno "ritenuti innocui e inoffensivi, essendosi trattato di contatti diluiti nel tempo, estrinsecatisi con sporadici piccoli regali e contatti 'a distanza', attraverso messaggi dal contenuto sempre misurato e mai minaccioso o volgare, mentre risulta" lo stesso uomo "non ha mai atteso la controinteressata sotto casa, avendola incontrata solo in luoghi pubblici casualmente (come in yogurteria), per ragioni legate alle figlie (corsi di studio e ballo) o comunque famigliari (nel caso della palestra)". 

Nella sentenza il Tar evidenzia inoltre che nell'esposto in Questura la donna aveva "chiarito che, almeno inizialmente, essa aveva messo in chiaro solo 'in maniera implicita' il proprio disinteresse 'per non far soffrire la persona' con la quale aveva a che fare, sicché è verosimile che in un primo momento il ricorrente non avesse compreso di non essere ricambiato".

Da qui l'annullamento dell'ammonimento del Questore "emesso in difetto dei necessari presupposti e comunque senza idonea motivazione al riguardo".




Elena Giovinazzo

 

 

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