Confermato Bertschy, escluso Testolin, tornano Caveri e Guichardaz. Bertin presidente del Consiglio Valle
AOSTA. Le lunghe e complicate trattative politiche per la nuova maggioranza in Regione si sono concluse con un accordo tra autonomisti e progressisti. Dopo una ennesima impasse, il Progetto Civico Progressista e Union Valdôtaine, Alliance - Stella Alpina e Vallée d'Aoste Unie hanno definito tutti gli aspetti su contenuti e nomi della prossima Giunta regionale della Valle d'Aosta.
Ecco la giunta Lavevaz
Presidente della Regione designato è l'unionista Erik Lavevaz. L'unico a rimanere della Giunta uscente è Luigi Bertschy (eletto con la lista Alliance-Stella Alpina) che guiderà l'assessorato Attività produttive, Politiche del lavoro e Impianti funiviari. Ritornerà nel governo regionale Luciano Caveri (VdA Unie) che avrà la gestione di un nuovo assessorato che riunisce Istruzione, Università, Affari europei e Partecipate. Finanze, Opere pubbliche e Innovazione sono assegnate a Carlo Marzi (Alliance - Stella Alpina), che già si era occupato di bilancio quando era assessore del Comune di Aosta. Chiara Minelli (Progetto Civico Progressista) gestirà l'assessorato all'Ambiente, Trasporti e Mobilità sostenibile e Jean-Pierre Guichardaz (PCP) il Turismo e i Beni culturali. Completano la giunta gli unionisti Roberto Barmasse assegnato alla Sanità e Politiche sociali e Davide Sapinet che gestirà l'Agricoltura e Risorse naturali.
Per la presidenza del Consiglio regionale sarà proposto Alberto Bertin del Progetto Civico Progressista.
I non confermati
Tra i rieletti saranno quindi assenti dalla giunta gli assessori uscenti Albert Chatrian, secondo per numero di preferenze in Alliance - Stella Alpina, e Mauro Baccega, eletto nella lista Pour l'Autonomie che non fa parte della nuova maggioranza. Non ci sarà neanche il presidente facente funzione uscente Renzo Testolin. L'esponente unionista dopo il nulla di fatto per la conferma a presidente della Regione sembrava destinato ad un assessorato, ma così non è stato.
Su Testolin era intervenuto anche il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra: "In una regione dove solo un mese fa si concludeva il processo Geenna, in cui sono stati condannati in primo grado a 55 anni di carcere 5 esponenti della politica e dell'imprenditoria locale per associazione mafiosa, e in cui è in corso un'altra indagine sullo scambio politico mafioso durante le elezioni regionali del 2018, chiamata Egomnia, figure coinvolte in scandali e processi giudiziari non dovrebbero essere nemmeno prese in considerazione per la formazione di un governo".
I voti della maggioranza
La prima prova sulla tenuta dell'accordo arriverà domani, martedì 20 ottobre, con la seduta inaugurale della sedicesima legislatura del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Sulla carta la nuova maggioranza può stare tranquilla potendo contare su 21 voti, tre in più rispetto alla soglia minima di 18. I gruppi più "importanti" in termini di numeri sono quelli dell'Union Valdôtaine e del Progetto Civico Progressista con sette consiglieri ciascuno. Alliance Valdôtaine e Stella Alpina conta altri quattro consiglieri e Vallée d'Aoste Unie altri tre.
Elena Giovinazzo