Le elezioni del 2025 si avvicinano e manca ancora un accordo: prossimi giorni decisivi per trovare la quadra
Le elezioni regionali 2025 si avvicinano e i valdostani potrebbero tornare al voto con l'attuale legge elettorale. Malgrado infatti gli impegni anche formali presi in passato (risale al gennaio dello scorso anno la decisione di istituire una sottocommissione per approvare la riforma entro la fine del 2023), la politica valdostana non è ancora arrivata a definire una legge che modifichi l'attuale, spesso indicata come la causa della instabilità politica a Palazzo regionale.
Esiste un testo di base su cui la maggioranza si sta confrontando da tempo, ma finora non è stato trovato un accordo. E, con le regionali del 2025 che si avvicinano, c'è la possibilità che venga a mancare il giusto stimolo per modificare la normativa andando per esempio a toccare il quorum. Per cambiare la legge servono 24 voti, dunque il nuovo testo deve piacere anche a gruppi attualmente in minoranza. Alcuni dei quali, però, potrebbero finire per essere penalizzati da determinati cambiamenti.
Su alcuni punti c'è comunque una condivisione di base all'interno della maggioranza (e non solo), come il superamento della preferenza unica che era stata introdotta per evitare il controllo del voto, ma potrebbe essere cestinata in favore del ritorno alle tre preferenze con meccanismi per garantire la rappresentanza di genere. Si valuta poi l'introduzione dell'obbligo della presenza di una donna in Giunta. Maggiori dubbi circondano altre ipotesi come il doppio quorum per liste e coalizioni che dovrebbe favorire queste ultime e dare maggiori sicurezze in termini di governabilità.
Mercoledì, a margine dei lavori del Consiglio Valle, i segretari di movimenti e partiti di maggioranza si sono confrontati e hanno espresso la volontà di arrivare quanto prima ad un testo su cui discutere in vista appunto dell'appuntamento con le urne del prossimo anno. I prossimi giorni dovrebbero essere decisivi: o si arriverà ad un accordo, o tutto sarà rimandato alla prossima legislatura.
Marco Camilli
