Lavevaz: non vaccinarsi è scelta di pochi con conseguenze per tutti
A pochi giorni dall'ingresso in zona gialla, la Valle d'Aosta è passata all'arancione. E, per alcuni aspetti, sembra già persino in zona rossa. È l'effetto inevitabile della velocità con cui si stanno diffondendo i contagi da Covid-19 che conduce al veloce aumento dei posti letto occupati all'ospedale regionale U. Parini di Aosta.
Parametri da zona arancione e rossa
Si passa in arancione se l'incidenza dei contagi è superiore ai 150 casi settimanali ogni 100.000 abitanti, se i posti letto occupati nei reparti ospedalieri ordinari superano il 30% e se l'occupazione delle terapie intensive raggiunge il 20%.
Già al momento del passaggio in zona gialla, ufficializzato lo scorso fine settimana, l'incidenza dei contagi era di 2255,9 casi; il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ospedalieri ordinari era al 42,4% (indicatore già da zona rossa) e quello di occupazione delle terapie intensive al 15,2% con 5 pazienti ricoverati (due in meno rispetto agli attuali).
Il Ministro della Salute ha deciso l'applicazione della zona arancione tenendo in considerazione i dati del monitoraggio sanitario relativo ai casi Covid-19 che, nel bollettino di ieri, indicavano 574 nuovi positivi, 5.848 contagiati, 7 pazienti ricoverati in terapia intensiva e 53 nei reparti Covid dell’Ospedale Umberto Parini di Aosta (oggi i ricoverati sono 63 nei reparti Covid e 6 in terapia intensiva).
Lavevaz: non vaccinarsi è scelta di pochi con conseguenze per tutti
«Quella di non vaccinarsi è una scelta di pochi, che però può avere gravi conseguenze per tutti. La situazione della Valle d'Aosta ne è purtroppo l’esempio lampante: la situazione ospedaliera sarebbe radicalmente diversa se tutta la popolazione fosse vaccinata». Lo afferma il presidente della Regione, Erik Lavevaz.
«Con le regole in vigore, piccolissimi numeri sui ricoveri possono far cambiare la collocazione della regione: vaccinarsi è oggi più che mai un segno di responsabilità e di solidarietà, cui siamo chiamati tutti indistintamente se vogliamo contribuire alla ripartenza della Valle d’Aosta».
Come riferito ancora dal presidente della Regione, «della totalità dei positivi Covid curati nel nostro nosocomio la stragrande maggioranza (42 persone) o non ha il vaccino oppure è vaccinata in maniera inefficace (da più di 120 giorni). Colpisce in particolare che 6 dei 7 pazienti Covid in terapia intensiva non abbiano ricevuto il vaccino».
Regole e restrizioni della zona arancione
Con la Valle d'Aosta in arancione sul territorio scattano dal 17 gennaio alcune restrizioni vissute in passato. Tuttavia grazie all'introduzione della certificazione verde Covid per molti valdostani il ritorno in arancione passerebbe praticamente inosservato.
Il cambiamento maggiore riguarda gli spostamenti in un comune o regione diversa dalla propria. Coloro che sono in possesso del green pass base o rafforzato non avranno limitazioni, ma chi non è vaccinato, guarito e non ha un tampone negativo può viaggiare con mezzi propri da un comune all'altro o da una regione all'altra solo per motivi di lavoro, necessità e salute o per usufruire di servizi non disponibili nel proprio comune. Con una importante eccezione: se il proprio comune ha meno di 5.000 abitanti, la regola cambia e gli spostamenti sono possibili entro un raggio di 30 km, ma con divieto di recarsi nel capoluogo di provincia.
In zona arancione inoltre l'accesso ai negozi all'interno dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi è consentito soltanto ai vaccinati contro il Covid-19 o ai guariti da massimo sei mesi. Senza super green pass infatti l'accesso non è consentito.
Il Green pass rafforzato inoltre è indispensabile per partecipare ai corsi di formazione in presenza.
Elena Giovinazzo
(aggiornato il 14/01/2021)