Il Castello di Fénis e i monumenti dell'Aosta romana sono i siti più apprezzati dai turisti
Il Castello di Fénis si conferma ancora una volta la principale attrazione della Valle d'Aosta a livello di monumenti e siti storici regionali. Guardando ai dati del 2023, il noto maniero colleziona da solo oltre un terzo delle presenze registrate in tutti i castelli aperti al pubblico: si tratta di 124mila visitatori su 360mila totali, secondo i dati resi noti dall'assessorato regionale Beni e Attività culturali.
Seguono, a livello di presenze, il Castel Savoia di Gressoney, (più di 74mila visitatori) e quello di Aymavilles (vicino ai 50mila) e via via gli altri castelli: Issogne e Castello Reale di Sarre (rispettivamente 38mila e 37mila ingressi) e Sarriod de La Tour di Saint-Pierre, riaperto dal 5 agosto (circa 9.000 visitatori).
Se, come detto, i soli castelli registrano più di 360mila presenze nell'arco dei dodici mesi, tenendo conto anche degli altri siti storici e archeologici il numero di ingressi sale a oltre 662mila, con un aumento di circa dieci punti percentuali rispetto ai dati del 2022. Una buona parte di questo aumento è legata al "boom" del Criptoportico forense con i suoi oltre 96mila visitatori, ben 20mila in più rispetto all'anno precedente. Il sito si avvicina moltissimo ai numeri del Teatro romano, il quale, con 97mila biglietti, rimane in ogni caso il monumento più visitato. Infine il Museo Archeologico Regionale di piazza Roncas registra 40mila visitatori (ottomila in più rispetto al 2022) mentre l'Area Megalitica aostana sfiora i 5.500 ingressi in due mesi di apertura.
L'assessore Jean Pierre Guichardaz commenta così i dati sui visitatori: «Le oltre 660.000 presenze del 2023 rappresentano la risposta ai tanti sforzi e al costante impegno profuso affinché il patrimonio culturale sia tutelato, valorizzato, nonché adeguatamente comunicato e proposto al pubblico in occasione delle numerose ricorrenze e rassegne annuali, andando pienamente a giustificare le politiche di investimento e i progetti finalizzati ad ampliarne conoscenza, fruibilità e, in particolare, accessibilità».
Elena Giovinazzo