Comitato referendum: «da maggioranza tentativo di imporre un percorso»

Il comitato per la riforma della legge elettorale riporta un tentativo di ostacolare l'iniziativa referendaria

 Consiglio Valle

Sul referendum riguardante la legge elettorale è in corso «un tentativo di negare ed imporre un percorso, da parte della maggioranza attuale, volto a negare un diritto fondamentale come una consultazione referendaria determinato dato Statuto regionale, al solo fine di porsi da ostacolo alla nostra iniziativa». Lo sostiene in una nota il Comitato referendario per la riforma della legge elettorale commentando una comunicazione del presidente della Regione Renzo Testolin in risposta a quesiti presentati dal Comitato stesso.

«Ci stupiamo e stigmatizziamo le premesse della missiva, le quali disconoscono e mettono in dubbio di fatto pareri e note già espresse da parte degli Uffici del Consiglio Regionale», scrive il Comitato referendario. Nella lettera in questione, il presidente della Regione spiega infatti che gli uffici dell'assemblea regionale non hanno trasmesso un parere bensì una nota ai capigruppo e alla I Commissione con indicazioni generali sul il procedimento legislativo.

«Ciò che maggiormente ci deve preoccupare ed allarmare - prosegue il Comitato referendario - è come, a detta dello scrivente, fino al giorno antecedente alle elezioni, nel caso di cambio della normativa di riferimento, possano esserci un cambiamento delle regole del gioco elettorali anche se si fosse già avviato il percorso elettorale». Secondo il Comitato, le affermazioni della lettera sono «molto gravi» e «lesive» dei diritti dell’elettorato attivo e passivo. 

Infine il Comitato rimarca come nella risposta del presidente della Regione non ci siano indicazioni sulla tempistica di svolgimento del referendum, che secondo i promotori dovrebbe tenersi lo stesso giorno delle elezioni regionali e comunali di settembre.

Il Comitato «si riserva di approfondire la questione dal punto di vista legale, dato che questa posizione, a nostro avviso si palesa irragionevole e ingiusta, e riteniamo possa esser quindi illegittima soprattutto per l’elettorato passivo».

 


Elena Giovinazzo

 

 

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