Il sindaco di Aosta è intervenuto alla cerimonia per la Festa della Liberazione tenutasi ad Aosta
«Io giuro di combattere ogni giorno contro il fascismo che c’è in me e che rigurgita, tenta di risalire e di prendere il sopravvento seminando». Così il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, a conclusione del discorso tenuto in occasione della cerimonia per il 25 Aprile in presenza delle autorità regionale. Una festa per la Liberazione "da" e per «essere liberi "di"», ha affermato Nuti rivolgendosi a «noi, figli del 25 aprile 1945» e alla Valle d'Aosta «autonoma perché antifascista».
«Liberi da quel fascismo nato nel sangue, quello sparso dagli squadristi che fracassavano il cranio degli oppositori politici, compreso quello di Giacomo Matteotti, di cui ricorrono i cent’anni dalla morte il prossimo 10 giugno (ricordiamolo almeno noi…) - ha detto il sindaco -; liberi da quel fascismo spento nel sangue fratricida della guerra civile e di un devastante conflitto mondiale. Liberi da quegli occhiali che il fascismo aveva imposto per vent’anni ai nostri padri e che, come nel mondo distopico raccontato ne l’Orso Bianco - episodio della serie televisiva Black Mirror - avevano trasformato ipotetici, immaginari nemici in mostri deformi, pericolosi e istigatori d’odio: prima gli operai comunisti, poi i vecchi parlamentari poi i libici, gli etiopi, i sodomiti, i subnormali, i giudei (usiamo il lessico dell’epoca)... seminare morte per unire un popolo».
La Liberazione dal fascismo ha permesso di «per scrivere le regole del gioco democratico insieme, e fondare i principi di una comunità più umana di quella passata». Ancora Nuti: «siamo grati per averci permesso, almeno fino ad oggi, d'essere liberi di esprimerci, civilmente, in ogni modo, liberi di cercare la verità con ogni mezzo, magari senza trovarla appieno, ma potendoci provare, liberi anche di ammettere che odio porta odio e che la crudeltà sta nel genere umano e in certe condizioni si sparge da ogni parte. Assaporiamo ancora oggi la libertà di sentirci popolo nelle differenze, colorato come un arcobaleno, appassionato alla vita, attento alle fragilità, curioso conquistatore di nuove conoscenze, prudente, ma senza paura del nuovo».
Il sindaco di Aosta ha anche sottolineato la necessità di fare attenzione all'altra faccia dei regimi, non quella violenta bensì «quella cultura che ha riempito le menti di menzogne e semplificazioni e ha fatto vivere nel reciproco sospetto, confondendo una verità che, udite, esiste ed è incontrovertibile e va riconosciuta e difesa. È quella cultura che ha fatto sì che non ci fossero posizioni politiche di destra o di sinistra pronte a dibattere in un civile confronto democratico, ma solo l’unica posizione di un popolo monolitico: ecco le radici del populismo, un unico pensiero grezzo - per noi valdostani anche un'unica lingua».
«Restiamo Liberi, cittadine e cittadini, da plastici incantatori di serpenti», l'esortazione del sindaco Nuti in occasione del 25 Aprile.
Marco Camilli