Il ministro Musumeci è tornato sulla questione ipotizzando un partenariato pubblico-privato per le abitazioni coperte da assicurazione contro alluvioni, terremoti e altre catastrofi
Assicurazioni per le abitazioni contro le calamità naturali. L'idea viene rilanciata dal ministro della protezione civile, Nello Musumeci, dopo l'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna causando ingenti danni.
Le immagini di centri abitati invasi dalle acque, danni e frane sono sempre più frequenti. Lo sa bene anche la Valle d'Aosta che nemmeno tre mesi fa ha vissuto un altro evento alluvionale con danni, anche se limitati, alle proprietà private. Anche in quell'occasione Musumeci aveva detto apertamente che «non ci sono più le risorse necessarie per un'emergenza che è diventata pressoché quotidiana» e segnalato come «la nuova strada che bisogna imboccare è quella delle assicurazioni» per ripagare i danni.
Una strada che tra l'altro già è stata imboccata per le imprese (non agricole) le quali, pena sanzioni, hanno l'obbligo di attivare una copertura assicurativa per danni a fabbricati, impianti, terreni e attrezzature provocati da eventi catastrofali (frane, terremoti, grandinate, alluvioni, inondazioni, esondazioni e così via).
Nel corso di un evento organizzato dall'Ania, l'associazione italiana degli assicuratori, Musumeci ha confermato che nel ddl sulla ricostruzione relativa all'Emilia Romagna «abbiamo messo la necessità - non abbiamo ancora parlato di obbligo ma ci avvieremo verso questa conclusione - anche per le famiglie e i cittadini di sottoscrivere una polizza assicurativa contro i rischi naturali».
Oggi a Weekend Agorà, su Rai3, il ministro ha precisato tuttavia che «nessuno ha parlato di obbligo» di assicurazione per le abitazioni, bensì di un percorso graduale. La copertura assicurativa «può essere una scelta assolutamente volontaria». E aggiunto: «Se io ho realizzato un immobile e l'ho realizzato in una zona vulnerabile a rischio, e se tengo al mio bene, ho il dovere di tutelarlo esattamente come faccio con la mia automobile». Dunque «se io decido di sottoscrivere una polizza lo Stato mi viene incontro perché mi paga la parte rimanente che la compagnia assicuratrice non mi paga. Se non voglio mettere in sicurezza la mia casa, sono liberissimo di non sottoscrivere l’assicurazione».
«Noi - ha affermato ancora il ministro della protezione civile - immaginiamo un partenariato pubblico-privato con le compagnie, che a loro volta naturalmente vanno caute perché la loro esposizione è particolarmente alta e quindi bisogna trovare la giusta soluzione».
Clara Rossi