Alle difficoltà economiche si aggiungono quelle dei genitori che devono rispondere alla domanda dei figli: "Siamo poveri?"
AOSTA. Da anni si parla degli effetti della crisi con numeri e statistiche, dimenticando talvolta come questa si traduce nella vita quotidiana delle famiglie più colpite. Ad Aosta una delle zone che più ha risentito delle difficoltà è il quartiere Cogne, un rione che oltretutto soffre l'isolamento dal resto della città.
Tra le varie realtà che operano nel quartiere c'è anche la San Vincenzo De' Paoli, una onlus che aiuta attivamente le famiglie in difficoltà portando cibo, vestiti, ma anche dando sostegno psicologico. «La San Vincenzo va nelle case non soltanto a portare un pacco, perché non è questa la sua finalità - ci dice Angela Bauso, presidente della onlus dell'Immacolata -. L'obiettivo è portare la nostra vicinanza a persone che hanno i problemi più svariati, dalla solitudine ai problemi sociali o finanziari».
La onlus lavora in una delle parrocchie più problematiche e Bauso e gli altri volontari ne sono consapevoli. «Qui sono state costruite tante case popolari quindi è un po' un concentrato di situazioni sociali. La situazione è tragica. Tante persone lavoravano nell'edilizia, sono diventate disoccupate e non trovano più un lavoro e stanno accumulando debiti su debiti, non riescono a pagare gli affitti né la luce».
Numerose famiglie dovranno trascorrere il Natale senza energia elettrica e senza riscaldamento. «Ci sono nuclei familiari con bambini rimasti senza corrente elettrica», conferma la presidente raccontando la difficoltà delle mamme quando i figli chiedono loro "Siamo poveri?" o "Perché non posso vedere la tv?". Per queste famiglie riattivare l'energia elettrica può diventare molto difficile: i fornitori non prevedono la possibilità di rateizzare il debito dopo il distacco della fornitura quindi senza aiuti esterni la riattivazione dell'utenza è un miraggio.
Anche questa mattina, come è abitudine per la San Vincenzo, i volontari hanno allestito un banchetto davanti alla chiesa per vendere oggetti da loro confezionati e raccogliere fondi da destinare proprio alle famiglie che la crisi ha maggiormente impoverito. Il 13 gennaio 2015 invece in parrocchia si svolgerà il primo incontro del "Laboratorio del cuore" per ricamare, cucire, lavorare a maglia o all'uncinetto e creare piccoli manufatti da donare a chi ne ha bisogno o da vendere nei mercatini sempre rigorosamente a finalità benefica.
Sono ben un'ottantina i nuclei seguiti dalla San Vincenzo: un numero molto alto che rende l'idea della grave situazione vissuta in questa parte di città. «Vista l'urgenza sociale - spiega Angela Bauso - ormai lavoriamo non più da soli, bensì in collaborazione con tutti gli altri gruppi che ci sono a livello territoriale e con le assistenti sociali. Noi ascoltiamo le persone, cerchiamo di dare loro un aiuto immediato e poi contattiamo l'assistente sociale per vedere come si può intervenire».
All'impegno dei volontari si aggiunge la generosità di tutti coloro che scelgono di fare una donazione per aiutare chi vive una situazione di grave emergenza sociale ed economica. Negli anni però anche questo tipo di contributo è in diminuzione. I volontari della onlus San Vincenzo però non si scoraggiano, continuano a proporre iniziative e invitano a compiere un semplice gesto di aiuto verso il prossimo partecipando alle loro raccolte fondi o donando direttamente in parrocchia, rivolgendosi al parroco, o con versamenti fiscalmente deducibili sul conto corrente all'Associazione Società San Vincenzo De' Paoli - Consiglio di Aosta (Banca popolare di Novara - Iban IT 17R05034 01200 000000022041) tramite la Fondazione Comunitaria Valle d'Aosta con causale "Fondo San Vincenzo" o ancora con il 5xMille.
Marco Camilli