Dossi, buche e "scalini" pericolosi dopo la riasfaltatura. Uscirne indenni è un miracolo
AOSTA. Il 2015 passerà alla storia come l'anno terribile per la viabilità di Aosta. Lavori in corso in ogni via, in ogni marciapiede, in ogni giorno e in ogni stagione. Finiti i lavori - per il teleriscaldamento, per il gas, per il telefono, per l'acquedotto, per le fibre ottiche e chi più ne ha più ne metta - quello che rimane è un asfalto martoriato pieno di "rattoppi" che cedono e formano dossi, buche e dislivelli.
Il sottosuolo del capoluogo regionale si è rivelato una miniera di scoperte archeologiche da far invidia a tutte le città dagli antichi trascorsi: tombe celtiche, torrenti sotterranei, tombe di nobili del passato sono emersi dal passato. Rimane solo da scoprire uno "stargate" spaziale. Le stelle per il momento le vedono pedoni, ciclisti e motociclisti (e anche un po' gli automobilisti). Prendiamo i primi 50 metri di corso Battaglione. Qui, a poche settimane dalla riasfaltatura dopo gli scavi, sono sbucati veri e propri "scalini" in agguato vicino alle strisce pedonali, tra il vecchio e il nuovo manto di asfalto. I poveri pedoni, soprattutto anziani, con una destrezza invidiabile fino ad ora sono riusciti ad evitare di rompersi una gamba e cadere, rischiando di farsi investire. Anche ciclisti e motociclisti per ora se la sono cavata. Se accadrà un qualsiasi incidente, sentiremo dire dall'Amministrazione che si sta facendo il massimo con i pochi fondi a disposizione. E' vero che se dovesse mai avvenire un incidente sarebbe l'assicurazione a pagare, ma in questo caso sarebbe meglio intervenire prima, per pervenire gli incidenti, ripristinando un manto stradale degno di una città capoluogo di regione di un Paese sviluppato.