Dal 2015 per gli enti locali previste alcune semplificazioni normative
AOSTA. I tre quarti dei Comuni valdostani (53 su 74) nel 2014 hanno deciso di applicare l'imposta di soggiorno, quel costo aggiuntivo legato ai soggiorni nelle strutture ricettive che da tre anni consente alle amministrazioni di incamerare nuove entrate da reinvestire nel turismo.
A fare un bilancio della situazione è Riccardo Bieller, responsabile politico per il Cpel della Consulta Sviluppo economico, che spiega: «Le risorse raccolte sono state importanti nel loro complesso, soprattutto perché, come prevede la normativa, il gettito dell'imposta di soggiorno è stato reinvestito direttamente sul territorio per finalità turistiche e promozionali, per rendere più belle e attraenti le nostre località.» L'alta adesione degli enti locali rappresenta «un dato considerevole - aggiunge Bieller - , che ci permette di tirare le fila di un lavoro che abbiamo portato avanti come "sistema Regione" nel triennio 2012/2014, rendendo il meccanismo tributario sempre più affine alle peculiari esigenze del nostro territorio e del comparto ricettivo, come nel caso di esenzioni e riduzioni ripensate insieme.»
Il prossimo anno le modalità di applicazione dell'imposta non subiranno variazioni. Dal 1° gennaio 2015 i Comuni potranno però chiedere direttamente all'Office régional du tourisme i dati numerici delle presenze nelle strutture turistico-ricettive in un'ottica di semplificazione amministrativa.
Elena Giovinazzo