L'annus horribilis della politica valdostana e le non-risposte del governo

Il 2017 sta per concludersi e dal presidente della Regione arrivano segnali incerti

Vierin-laurent3x350

AOSTA. E' stata una conferenza stampa di fine anno molto particolare quella di oggi a Palazzo regionale. Un appuntamento che normalmente dà la possibilità al governo di turno di raccontare le politiche portate avanti nell'arco dei dodici mesi, quest'anno è diventato un incontro con i giornalisti che ha lasciato molti dubbi.

D'altronde la Valle d'Aosta sta per dire addio ad un 2017 politicamente da dimenticare. Il presidente della Regione Viérin poteva dire ben poco sull'azione svolta dalla sua giunta nei pochi mesi trascorsi dall'insediamento e quanto ai cambi di maggioranza, agli sgambetti reciproci, ai tre governi che si sono succeduti, alle ripicche e alle pesanti vicende giudiziarie che hanno investito il Consiglio Valle, non sono proprio aneddoti da rievocare a fine anno.

Ciò che probabilmente tutti si attendevano erano indicazioni precise sul rapporto finanziario con lo Stato e sugli oltre 100 milioni di euro in ballo nel prossimo trimestre. Il bilancio regionale sarà modificato? La Valle d'Aosta resisterà alle richieste dello Stato? Non si sa.

Viérin si è limitato a ripetere frasi e parole già pronunciate nelle scorse settimane. «Intendiamo chiudere la questione e difenderemo le nostre prerogative», ha detto questa sera. «Vogliamo chiudere la questione con lo Stato e difenderemo le nostre prerogative», aveva detto quando il parlamento votava la manovra dello Stato (senza che i nostri parlamentari si opponessero al momento del voto). «Intendiamo porre fine alla questione e difenderemo le nostre prerogative» aveva spiegato al Consiglio Valle quando, alcuni giorni prima, l'emendamento alla manovra era spuntato sul tavolo della Commissione Bilancio della Camera.

Di fronte a queste affermazioni le perplessità non possono che aumentare. Viene spontaneo pensare a due possibilità: o il governo regionale non sa come agire oppure già sa di non poter far nulla. E il risultato sono queste non-risposte standard riciclate ad ogni occasione, un po' come certi regali di Natale.

I valdostani meriterebbero risposte precise, o per lo meno sincere. La politica potrebbe farsi così perdonare almeno in parte del disastroso 2017 e dare qualche speranza per un 2018 migliore. In caso contrario saranno loro, i valdostani, a dire la prossima primavera: «intendiamo chiudere la questione e difenderemo le nostre prerogative».

 

Marco Camilli

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075