Incandidabilità consiglieri regionali, scontro su emendamento "incostituzionale" del M5s

AOSTA. Scontro in aula oggi pomeriggio tra l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Valle d'Aosta e una parte della minoranza su un emendamento del Movimento 5 stelle di dichiarare incandidabili le persone che hanno subito condanne in via non definitiva per reati dolosi.

Secondo il M5s, introdurre questo principio nella nuova legge per l'elezione del Consiglio regionale avrebbe consentito di bypassare le questioni legate ai casi di prescrizione e di riabilitazione. Infatti la norma, se approvata, avrebbe impedito alle persone condannate anche solo in primo grado di candidarsi fino ad una sentenza di assoluzione.

La presidente Emily Rini aveva proposto di non votare l'emendamento in forza di un parere dell'ufficio legale che segnalava una palese incostituzionalità. Il Movimento 5 stelle ha però chiesto di procedere lo stesso con la votazione.

«Gli uffici hanno l'obbligo di effettuare controlli e fare osservazioni in caso di norme chiaramenti irregolari. Se ci viene segnalata una palese illegittimità, mi sembrava una mancanza di rispetto mettere l'emendamento in votazione», ha spiegato Emily Rini per chiarire la posizione dell'ufficio di presidenza.

«Se una norma è incostituzionale, lo dirà eventualmente la Corte Costituzionale», hanno replicato i consiglieri Stefano Ferrero ed Elso Gerandin (Mouv'). Per la Lega invece Paolo Sammaritani ha spiegato che «l'emendamento è abbastanza sospetto» e che «contrasta con l'art. 27 della Costituzione» che considera le persone innocenti fino a sentenza definitiva.

Di nuovo Rini: «Non abbiamo alcuna intenzione di tarpare le ali della discussione democratica. Se i proponenti chiedono di votare, pur sapendo che l'emendamento non ha sostenibilità giuridica, non ho alcuna difficoltà a metterlo in votazione. Io non parteciperò però alla votazione».

La maggioranza dell'aula si è astenuta e l'emendamento è stato bocciato.

Lo stesso è accaduto per la proposta di Rete Civica e Adu di abbassare a 18 anni l'età minima per candidarsi alla carica di consigliere regionale. «A chi obietta della poca esperienza dei diciottenni - ha detto Daria Pulz (Adu) -, rispondo che nemmeno chi ha esperienza politica da vendere brilla. Serve una grossa boccata di ossigeno». L'aula ha risposto astenendosi a larghissima maggioranza.

 

 

Clara Rossi

 

 



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