Respinto l'emendamento sul taglio degli emolumenti e delle indennità
AOSTA. Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha fatto "una brutta figura" votando ieri contro la riduzione di emolumenti e indennità dei consiglieri e dei componenti della giunta. Lo scrivono in una nota Chiara Minelli ed Alberto Bertin (Rete Civica), cioè i firmatari della proposta contenuta in un emendamento alla legge sulle misure anticrisi straordinarie per l'emergenza Coronavirus.
La proposta di RC, del valore calcolato di 1 milione di euro circa, proponeva "una riduzione per un anno del 20% degli emolumenti dei consiglieri e del 30% delle ulteriori cospicue indennità di funzione di Presidenti e Assessori, oltre all'azzeramento dei contributi ai gruppi consiliari". La bocciatura è arrivata con 7 voti a favore (Rete Civica insieme a M5s e Adu) e 28 astensioni. "Secondo coloro che hanno respinto la proposta, la 'solidarietà' dei consiglieri deve essere frutto di una 'libera scelta', e compete alla sfera personale. Beneficenza insomma. O regali, magari ai propri amici-elettori", dicono Minelli e Bertin.
"In Giappone - dicono i due consiglieri regionali - i parlamentari hanno deciso di tagliarsi del 20 per cento gli stipendi come forma di sostegno alla popolazione afflitta dall'emergenza coronavirus. Le decurtazioni in busta paga avranno effetto già dal prossimo mese. Attualmente ogni rappresentante eletto in una delle due camere giapponesi percepisce un compenso di 1.294.000 yen al mese, pari a poco più di 11.000 euro. In Nuova Zelanda la prima ministra e gli altri membri del suo governo doneranno il 20% del loro stipendio per i prossimi sei mesi per contribuire alla lotta contro il Covid-19. In Bulgaria ministri e parlamentari hanno deciso di rinunciare ai propri compensi fino alla fine dell'emergenza e devolverli al sistema sanitario nazionale. In Grecia, il premier ha chiesto ai parlamentari del suo partito di rinunciare al 50 per cento del loro stipendio dei prossimi due mesi per far fronte alle esigenze legate al Covid-19".
"Devolvere il proprio stipendio ad attività di beneficenza, fondi di solidarietà o altre destinazioni è sempre stato possibile. I Consiglieri di Rete Civica non solo lo hanno sempre fatto, così come altri, ma hanno rinunciato fin dal loro insediamento al contributo che la Regione mette a disposizione per i Gruppi consiliari. E’ davvero triste constatare - concludono Minelli e Bertin - come una proposta che viene messa in pratica in un sempre maggior numero di Paesi e che speravamo sarebbe stata facilmente approvata si sia infranta contro il muro di un egoismo francamente incomprensibile".
redazione