Scontro tra maggioranza e Pcp sul collegamento funiviario tra comprensori sciistici
Il vallone di Cime Bianche continua a essere terreno di scontro in consiglio regionale tra maggioranza e Progetto Civico Progressista.
Oggi in terza Commissione il presidente della Regione e assessore ad interim all'ambiente, Erik Lavevaz, ha comunicato un parere dell'avvocatura della Regione sul fatto che il collegamento tra la Valtournenche e la Val d'Ayas tramite il vallone di Cime Bianche, un sito naturale protetto, è possibile con una deroga. Due i requisiti necessari: che l'opera sia motivata da «imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica» e che la Giunta regionale adotti «ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete Natura 2000, dandone comunicazione al ministero dell'Ambiente». In questi casi la deroga bypasserebbe anche un esito negativo della Valutazione di incidenza sul sito.
Il parere risale all'aprile 2021 quando l'assessore era ancora Chiara Minelli, oggi consigliera di opposizione del Pcp. La stessa Minelli insieme alla capogruppo Erika Guichardaz commentano la riunione criticando l'assenza di chiarimenti sotto l'aspetto normativo. La nota dell'avvocatura regionale «non risponde in modo esaustivo alla domanda sul rispetto della normativa vigente», affermano le due consigliere, e «ancora una volta il Presidente, a precisa domanda, non ha risposto riguardo al divieto di realizzazione di nuovi impianti e piste, ai sensi dell'art. 5, lettera m) del DM 2007».
«Lo studio per valutare la realizzabilità del collegamento, richiesto dal Consiglio nel 2020, è in possesso della società Monterosa da più di un mese - proseguono le esponenti del Pcp - ma non è stato messo a disposizione dei Consiglieri, nonostante sia stato ripetutamente richiesto e sia importante ai fini di una valutazione più mirata dell'intera questione ».
«Sono già stati spesi oltre 400 mila euro di denaro pubblico, quando ne sarebbero occorsi molti di meno per chiarire i dubbi e agire di conseguenza - sostengono ancora Minelli ed Erika Guichardaz -. Ci si riempie la bocca di rispetto dell'ambiente, di tutela della biodiversità, di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, di sostenibilità a vario livello, e poi si sostituisce il rispetto delle leggi con la "scelta politica"».
Clara Rossi