La Regione è al lavoro per quantificare il fenomeno e attivare nuove iniziative per coinvolgere i giovani che non lavorano e non studiano
L'amministrazione regionale è al lavoro su un sistema che permetta di censire, con la maggiore precisione possibile, il fenomeno dei Neet in Valle d'Aosta.
I Neet (Not in employement, education or training) sono giovani tra i 15 e i 29 anni che risultano non occupati, che non frequentano percorsi di istruzione e che non partecipano ad attività di formazione. Individuare il loro numero non è semplice e altrettanto complesso è classificarli.
In Italia secondo dati Eurostat quasi un quarto dei giovani (il 23,3%) rientra nella definizione di Neet. «In Valle d'Aosta i giovani residenti nella fascia di età 15-29 anni sono 17.765. Ci sono vari dati Istat riguardo ai Neet che noi non riteniamo veritieri per una serie di fattori», ha spiegato in Consiglio regionale l'assessore con deleghe alla formazione e al lavoro, Luigi Bertschy. La Regione ha deciso per questo di attivarsi e realizzare un'indagine metodologica affidando incarichi di sviluppo di modelli in grado di adattarsi alla realtà valdostana. «Tale modello è in corso di perfezionamento», ha aggiunto Bertschy. Quando sarà pronto, lo strumento consentirà di inquadrare il fenomeno e quindi di organizzare nuove iniziative, si spera più incisive, per contenere il numero dei Neet valdostani.
Alcune iniziative sono già state attivate, come il progetto Reconnect e il programma nazionale Gol (Garanzia occupabilità lavoratori) e ancora i corsi di formazione regionali. «Tra il 2022 e il 2023, è stato inoltre avviato il programma "Garanzia Giovani Fase II" che ha previsto un percorso integrato di orientamento specialistico, tirocinio extracurriculare e accompagnamento al lavoro», ha ricordato ancora l'assessore in risposta a una interpellanza del gruppo FI sull'argomento. Le iniziative hanno coinvolto circa 80 giovani.
«Qualcosa si sta muovendo su questa materia e dalle parole dell'assessore emerge che c'è la consapevolezza delle difficoltà - ha replicato il consigliere di FI Pierluigi Marquis -. Fa piacere che si stia lavorando alla creazione di una banca dati che permetterà di conoscere il fenomeno: per trovare delle soluzioni, occorre conoscere. Mi auguro che la banca dati non sia solo una fotografia dello stato attuale, ma che sia un progetto che determini un fascicolo delle persone, seguendone l'evoluzione e monitorandone il percorso di vita».
E.G.