La Direttiva Case green fa discutere il Consiglio Valle

La Lega VdA propone una mozione, poi respinta, contro la Direttiva per un patrimonio edilizio a emissioni zero

Consiglio regionaleUn acceso dibattito ha preceduto la votazione di una mozione, questa mattina in Consiglio Valle, sulla Direttiva Case green dell'Unione europea. Da una parte la Lega promotrice di una mozione contro il documento, dall'altra i gruppi del centrosinistra per difendere la politica ambientale dell'Ue.

La cosiddetta Direttiva Case green dispone che gli Stati membri adottino delle linee guida per ridurre i consumi energetici degli immobili efficientando case e immobili pubblici e privati. L'intenzione è arrivare ad un patrimonio edilizio a "zero emissioni".

Presentando la mozione, il capogruppo della Lega VdA Andrea Manfrin ha snocciolato una serie di dati. L'Europa intera contribuisce per l'8% alle emissioni mondiali di Co2 e l'Italia allo 0,9%, contro il 51% di Cina, Stati Uniti ed India (dati del Global Carbon Atlas). «La direttiva approvata vorrebbe incidere sul 43% degli immobili meno efficienti, che dovrà essere riqualificato. Questa direttiva quindi andrà ad incidere sullo 0,13% delle emissioni». Dei risultati considerati «microscopici» a fronte di un costo stimato a livello nazionale di «600 miliardi di Euro entro il 2030».

Per la Valle d'Aosta, arrivare alle zero emissioni (con lavori come cappotto termico, sostituzione degli infissi, impianti di climatizzazione più efficienti e installazione di pannelli solari) costerebbe 130 milioni di euro solo per intervenire sul patrimonio immobiliare pubblico regionale, secondo le stime di piazza Deffeyes. Questa cifra è riferita agli edifici delle classi energetiche più basse che sono meno di 1.300, mentre le unità abitative private della nostra Regione sono poco più di 130mila (stima del 2019).

«Nessuno è nemico dell'ambiente», ha detto il consigliere leghista Luca Distort; il problema è «la modalità di attuazione».

«Quello che chiediamo è buonsenso: le costrizioni vanno evitate in tutti i modi», ha aggiunto il leghista Simone Perron.

«Le Direttive non impongono obblighi agli Stati - ha chiosato il capogruppo di FP-PD, Paolo Crétier -, ma dicono agli Stati di mettere in campo delle linee di azione per raggiungere degli obiettivi. La Direttiva vincola gli Stati a perseguire i risultati scegliendo liberamente le modalità».

Se Crétier ha parlato di «campagna elettorale per le europee già iniziata», il collega di gruppo Andrea Padovani ha accusato di «negazionismo climatico» la destra al governo nazionale. Un comportamento «che si declina anche, come questa iniziativa, con la contrarietà a tutte le iniziative di riconversione ecologica dell'economia». Sempre Padovani: «La Direttiva Case Green contribuirà significativamente all'emissione di gas serra e al conseguimento degli obiettivi climatici dell'Unione Europea» e gli investimenti andranno compiuti «aiutando chi ha più difficoltà economiche a fare questi lavori».

«Certe scelte non vanno imposte e certe disposizioni ci mettono nelle condizioni di impoverire i cittadini per abbattere dello 0,00001 le emissioni», ha ribadito Manfrin. La Direttiva promuove «una romantica illusione» che va a scontrarsi con la realtà, secondo il capogruppo della Lega, poiché per raggiungere gli standard energetici richiesti è stimabile, a carico dei proprietari, una spesa per abitazione «che oscilla fra i 30 e i 65.000 euro».

Per il gruppo Pcp, Chiara Minelli ha difeso la direttiva. «L'obiettivo delle case a emissioni zero va perseguito e va raggiunto con gradualità. È anche un'occasione di lavoro e occupazione per la manutenzione. L'argomentazione che "costa troppo" è un aspetto che fa audience: è vero, la transizione ha dei costi, però si dimentica che la spesa porterebbe in futuro a dei risparmi». Per darne attuazione «bisognerà prevedere degli aiuti».

Di nuovo Luca Distort: «Adottare linee in ambito energetico e ambientale prima di un idoneo e funzionante piano industriale, vuol dire coinvolgere un'industria a livello planetario che sappiamo benissimo proviene da Paesi che non rispettano norme sociali e ambientali. Questa è o ipocrisia, o mancanza di visione o un ottimismo che durerà tanto quanto durerà questa finzione». 

Il capogruppo di Rv, Stefano Aggravi, ha segnalato la stessa problematica. «Vedo una grandissima contrapposizione tra le esigenze di transizione ecologica e posizionamento dell'UE in termini di autonomia strategica. Stiamo vivendo in una situazione complessa: una guerra continua verso Est, le problematiche nel Nord Africa e le incertezze oltre Atlantico. Le politiche ecologiche vanno a favorire, volenti o nolenti, di Paesi che non sono nostri amici. Stiamo ingrassando i sistemi industriali di Paesi che sono tutt'altro che democratici». 

«L'attenzione per l'energia deve far parte della nostra crescita personale e della nostra visione futura del mondo - ha risposto il presidente della Regione, Renzo Testolin -. È responsabilità di chi governa, al momento del recepimento Direttiva sulle Case green, andare a verificare quali possono essere le eccezioni per un'applicazione più coerente con i bisogni del territorio». Il presidente della Regione ha assunto gli impegni «a lavorare per avere un minore impatto possibile sulle modalità di recepimento della Direttiva e a sollecitare provvedimenti, statali e con risorse comunitarie, per agevolare l'efficientamento».

Secondo Testolin «chiudere una porta di fronte ad un percorso che deve far parte del nostro futuro non è nella nostra logica. Lo è invece cercare di realizzare questo percorso conformemente ai nostri bisogni e alle nostre capacità e sollecitare soluzioni incentivanti a sostegno dei privati. Soluzioni che non siano necessariamente il 110%, una misura per certi versi sproporzionata e che ha portato ad un aumento dei prezzi».

La mozione, votata con scrutinio segreto, è stata respinta con 15 voti a favore, 11 astensioni e 9 voti contrari.

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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