Incentivi per le aree svantaggiate: dal Consiglio Valle una proposta di legge statale

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha dato il via libera ad un testo, proposto da RV ed emendato, sulle Zone produttive speciali e le Zone franche montane

Consiglio regionale

Con un'ampia maggioranza di voti favorevoli, una proposta di legge statale su Zone produttive speciali e Zone franche montane è stato approvato oggi dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Il testo nasce da una proposta di Rassemblement Valdôtain e, attraverso una serie di emendamenti, è stato condiviso dalla maggioranza.

«Questo testo di legge cerca di attuare le disposizioni del nostro Statuto speciale che, fino ad ora, non sono state pienamente applicate», ha dichiarato il capogruppo Stefano Aggravi (RV).  «Oggi il contesto di riferimento, normativo e non, è enormemente cambiato. Tuttavia quello che resta valido sono proprio i contenuti dell'articolo 14». L'obiettivo è «compensare gli svantaggi strutturali propri del territorio della Valle d'Aosta attraverso l'istituzione di Zone produttive speciali (Zps), per il sostegno e lo sviluppo di attività produttive ubicate in zone strutturalmente svantaggiate del territorio regionale, e Zone franche montane (Zfm). In queste Zone - ha ancora affermato Aggravi -, l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni (esenzioni fiscali e contributive) in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d'impresa». Il costo stimato per l'applicazione della legge è di 30 milioni di euro «in riduzione del contributo dovuto dalla Regione quale concorso al pagamento degli oneri del debito pubblico».

L'assemblea ha anche deliberato di inviare il testo di legge sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica per il prosieguo dell'iter in Parlamento.

La proposta di legge è stata approvato quasi all'unanimità. Per Corrado Jordan (UV) il testo rappresenta «l'occasione per dare vita ad un dibattito serio sulle politiche che vogliamo avviare per sostenere il "vivere in montagna"». Simile concetto è stato espresso dal presidente della Regione, Renzo Testolin: «quello ipotizzato e proposto è un approccio già sancito dall'Unione europea per le zone agricole e che noi vorremmo estendere a quelle di montagna per aumentare le opportunità di incentivo e di sostegno».

«Al di là dei dettagli e delle possibili incongruenze che andranno valutate caso per caso, era necessario partire ed è interessante la scelta della doppia strategia utilizzando sia la norma di attuazione, sia la legge statale», il commento di Simone Perron (Lega VdA).

Sostegno al provvedimento anche dal gruppo FP-PD: «la montagna e le sue attività hanno da sempre difficoltà e costi superiori rispetto alle attività insediate vicine alle grandi vie di comunicazione e questa legge ha come finalità quella di compensare questi svantaggi - il commento di Paolo Cretier -. Il testo di Commissione ha raccolto elementi perfezionanti del testo originale e di condivisione in un approccio che tende a sostenere le attività locali e che impegna le persone fisiche anche al trasferimento della residenza e a mantenerla per dieci anni, per contrastare anche l'abbandono e il calo demografico in un complesso di sviluppo imprenditoriale e occupazionale. Importante anche la valutazione proposta al termine dei periodi relativi ai benefici previsti».

Dal gruppo PCP è arrivata l'unica astensione. Pur condividendo «il principio che occorra intervenire rispetto a delle realtà comunali dove c'è desertificazione commerciale e spopolamento», Chiara Minelli ha rilevato che «lo strumento proposto oggi non ci sembra particolarmente efficace.» Il primo problema, ha chiarito, «sta nel fatto che l'articolo 14 afferma che il territorio della Valle d'Aosta è posto fuori della linea doganale e costituisce zona franca, mentre la proposta di legge che stiamo affrontando non riguarda tutta la Valle, ma solo dei Comuni o delle aree». Secondo PCP «descrivere questo provvedimento come attuativo dell'articolo 14 sembra un'esagerazione, una forma un po' propagandistica».

 


Marco Camilli

 

 

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