In Consiglio regionale approvata a maggioranza una proposta di legge a firma UV. Il centrodestra non vota
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta approva una proposta di legge che reintroduce le tre preferenze alle elezioni regionali. Dunque nessuna riforma elettorale, a parole auspicata da tutti, per dare maggiore stabilità al governo regionale, bensì uno stop alla preferenza unica introdotta con l'obiettivo di ridurre al minimo le possibilità di controllo del voto.
Il testo è passato con 19 voti a favore, i 2 "no" di Progetto Civico Progressista e 5 astensioni di Rassemblement Valdôtain mentre Lega VdA e Forza Italia non hanno partecipato al voto. Si tratta della proposta depositata dall'Union Valdôtaine il 14 luglio 2023, poi emendata in Commissione. Come per le elezioni comunali, il provvedimento dispone che, al momento di eleggere i nuovi consiglieri regionali, gli elettori possano indicare fino a tre preferenze con l'obbligo, in tal caso, di indicare candidati di entrambi i sessi pena l'annullamento dell'ultima preferenza.
La proposta di legge sarà ora pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione per tre mesi durante i quali potrà essere avanzata richiesta di referendum confermativo da un cinquantesimo degli elettori o un quinto dei componenti del Consiglio regionale.
Collegato alla proposta di legge è l'ordine del giorno della maggioranza che l'aula ha approvato sempre a maggioranza che impegna l'assemblea e la I Commissione a elaborare un'altra proposta di legge per garantire rappresentanza a entrambi i generi in Giunta.
Durante l'esame del testo l'aula ha respinto una proposta di legge elettorale a firma PCP e un emendamento di RV sulla soglia di sbarramento. Le altre proposte di legge di Lega VdA, FI e RV sono stati invece illustrati e ritirati.
Il dibattito
«La politica è l'arte del compromesso finalizzato ad assumere decisioni a favore della comunità e questa norma, se non rispecchia il punto di vista di nessuno, rispecchia, seppur in modo parziale, quello di tutti», ha commentato il capogruppo di Pour l'Autonomie Aldo Di Marco annunciando il voto favorevole alla proposta della maggioranza. «Questa è la migliore alternativa che è possibile adottare oggi, consentendo ai valdostani di andare a votare con una nuova modalità migliorativa rispetto a quella precedente».
Di «sogno rimasto nel cassetto» ha parlato il capogruppo di Federalisti Progressisti - Partito Democratico Paolo Crétier. «L'ambizione di tutti i partiti e movimenti era di fare una riforma sostanziale», ha dichiarato. Quella votata è una misura «minimale, ma rappresenta un passo avanti» sulla rappresentanza di genere.
Aurelio Marguerettaz, capogruppo UV, ha commentato l'assenza dall'aula di Lega e FI: «il dibattito e il confronto civile sono il sale della democrazia». Poi ha analizzato alcuni aspetti mancanti nella legge approvata, a partire dall'elezione diretta del presidente della Regione. «In Valle d'Aosta il presidente ha un potere decisamente più importante rispetto a qualsiasi altro potere: con l'elezione diretta e tutte le attribuzioni riconosciutegli di conseguenza, rischia di diventare un intoccabile». E ancora: «Il superamento della preferenza unica è l'unico dato che sostanzialmente era presente anche in tutti gli altri testi di legge. Non trovo dei motivi per non votare questa proposta e trovo stravagante la scelta di non farlo».
Per il PCP questa è «una brutta pagina della politica», come affermato da Erika Guichardaz. La capogruppo ha puntato il dito contro «la solita arroganza della maggioranza» che non ha permesso un confronto politico tra tutte le forze politiche, anche quelle non rappresentate in Consiglio Valle.
Marco Camilli