Proposta dal PCP per «dare un segno di civiltà». L'assessore Marzi: «stiamo lavorando a un riordino della legge 4/0213»
Depositata a maggio 2022, la proposta di legge contro le discriminazioni per l'orientamento sessuale e l'identità di genere del gruppo Progetto Civico Progressista è stata respinta dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Due i voti a favore del testo, quelli delle proponenti; 9 i voti contrari di Lega e Forza Italia; 24 le astensioni da parte della maggioranza e di Rassemblement Valdôtain e gruppo misto,
«Una legge regionale contro l'omobitransfobia è già presente in altre dieci Regioni ed è necessaria non solo per dare un segnale di civiltà, ma per colmare un vuoto legislativo nazionale e per iniziare a rispettare veramente l'articolo 3 della nostra Costituzione», ha affermato la relatrice Erika Guichardaz. L'attivazione di uno sportello di ascolto per promuovere l'accesso ai servizi psicologici del territorio era uno dei punti centrali della proposta. «C'è l'esigenza di creare una cultura del rispetto che passi anche attraverso la conoscenza di quella che è la realtà delle persone Queer, che vivono, studiano, lavorano, pagano le tasse, fanno parte della cittadinanza tutta, ma poi sono coloro che sulla propria pelle vivono quotidianamente queste discriminazioni e queste violenze».
La capogruppo PCP ha fornito alcuni dati. «Riguardo alla Valle d'Aosta, nel 2021 era stato diffuso un sondaggio che confermava l'esistenza di episodi di carattere omobitransfobico: si andava dagli insulti (62,5%), alle minacce (12,5%), al bullismo in ambito scolastico (12,5%), alla violenza fisica e percosse (12,5%), con un 50% di segnalazioni effettuate da persone tra i 19 e i 25 anni, il 43,8% dai 15 ai 18 e il 6,3% dai 36 ai 45 anni».
Nel dibattito l'assessore alle politiche sociali Carlo Marzi ha parlato di legge «riduttiva e parziale» che però «è stata da stimolo all'Amministrazione, che sta già lavorando sul riordino della legge regionale 4/2013 con un approccio complessivo e multidisciplinare applicabile e più completo. L'articolato processo di revisione che si concluderà con l'avvio dell'estate».
«I dati sulla Valle d'Aosta evidenziano che non vi sono episodi di aggressione o violenza, eppure si tratta il tema come fosse una emergenza», ha affermato il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, parlando poi di «note cooperative che spesso fanno politica nascondendosi dietro una mission sociale. Con la scusa del contrasto alle discriminazioni rischiamo di fare entrare dalla finestra ciò che stiamo cercando di tenere fuori dalla porta: una sessualizzazione precoce dei ragazzi e una propaganda spacciata per percorsi di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento, un vero ddl Zan in salsa valdostana a spese dei contribuenti».
Dalla maggioranza, Andrea Padovani (FP-DP) ha ribadito l'impegno «affinché la legge quadro arrivi in Consiglio prima della fine di questa Legislatura. Il mio voto contrario in Commissione al progetto di legge in discussione oggi non è stato per motivi ideologici ma semplicemente perché, così facendo, è diventato immediatamente iscrivibile per la discussione in Consiglio. È nostro dovere affrontare questa tematica con serietà evitando strumentalizzazioni e lavorando insieme per una normativa efficace e attuabile». Padovani ha anche sottolineato che «molti giovani e adolescenti che a causa della loro identità di genere hanno subìto violenze in famiglia, ma anche bullismo e violenze online. Così avviene anche sul posto di lavoro e in ambito sanitario. Sono situazioni preoccupanti».
Per Mauro Baccega, FI, «nel nostro ordinamento giuridici ci sono già norme che tutelano le persone. Questa differenziazione di genere è per noi fortemente ideologica».
«Non ci stupisce che la Lega di Salvini e del generale Vannacci sia contraria alla nostra proposta, ma rimaniamo un po' stupite dalla posizione presa in Commissione dai colleghi di Forza Italia, partito che a livello nazionale si è dimostrato disponibile a intervenire positivamente su queste dinamiche», il commento di Chiara Minelli, PCP. «Il testo che abbiamo elaborato contiene principi di buon senso, non so dove sia l'ideologismo esasperato che alcuni ci hanno rimproverato e che riteniamo un'accusa strumentale.»
Elena Giovinazzo