L'accusa del movimento: "costi aumentati del 40% e meno educatori. Così si torna gli anni '60"
AOSTA. I sindaci della Valle d'Aosta oggi, "a maggioranza, hanno decretato l'inizio della fine del "sistema prima infanzia" della nostra Regione". Lo scrive l'Alpe a commentando l'esito dell'esame del Celva della delibera regionale che definisce il costo unitario ottimale di riferimento per le garderie d'enfance e i servizi socio-educativi di asilo nido per gli anni 2015 e 2016.
"Oggi - dice il movimento - gli illuminati sindaci valdostani hanno scelto di aumentare considerevolmente le tariffe, mediamente del 40%, e di aumentare il rapporto numerico educatore/bambino: vogliono, in sintesi, l'uovo e la gallina, un risparmio sul servizio erogato facendolo pagare di più".
Così facendo, accusa l'Alpe, i sindaci "demoliscono un sistema costruito con passione e serietà nel tempo, per tornare al servizio meramente assistenziale degli anni '60" e "compensano la scarsità di risorse economiche regionali, dovuta a una longeva mala gestione, ritorcendosi sulle tasche delle famiglie, svuotano i servizi perché pochi se li potranno permettere, favorendo il lavoro nero a cui tanti ricorreranno per affidare a prezzi più vantaggiosi i propri figli e diminuiscono i posti di lavoro nei servizi, i cui esuberi saranno a loro volta un costo sociale".
"Se i nostri amministratori mostrano così scarsa conoscenza e sensibilità su temi così delicati, non possiamo che essere seriamente preoccupati per il futuro del nostro sistema sociale" conclude il movimento.
Elena Giovinazzo