Il nosocomio regionale dovrà tornare ad essere covid-free
AOSTA. Terminata la fase acuta dell'emergenza Covid-19 che ha travolto la Valle d'Aosta, la fase 2 è caratterizzata dalla necessità di trovare soluzioni più stabili per convivere con il virus Covid-19 dal punto di vista sanitario.
Ora che il lockdown si sta mano a mano allentando, la necessità ribadita in tantissime occasioni è di mantenere i contagi al minimo. La Valle d'Aosta ha il più alto numero di casi in rapporto alla popolazione, però negli ultimi giorni la curva ha iniziato una fase di discesa netta e attualmente la situazione valdostana è migliore rispetto ad altre regioni confinanti. L'indice di contagio si attesta al di sotto dello 0,6% a fronte di un livello di guardia fissato all'1%. Per mantenere questo trend (certo anche migliorarlo se possibile) e per questo sarà necessario anzitutto riorganizzare tutta la sanità. A partire dall'ospedale Umberto Parini.
Una delle discussioni a livello politico è proprio come organizzare l'assistenza ai futuri contagiati. L'ospedale regionale è attualmente promiscuo, per pazienti Covid e non Covid. Anche per questa situazione, nonostante l'organizzazione di percorsi sicuri, diversi contagi si sono verificati tra degenti all'interno delle mura ospedaliere. Però "l'ospedale non deve diventare una fonte di contagio", come ha detto il coordinatore sanitario Luca Montagnani, e soprattutto deve tornare a poter prendersi cura di tutti nel modo più sicuro possibile.
Al momento grazie al ridimensionamento dell'emergenza già sono aperti alcuni reparti Covid-free (due medicine, una pneumologia / nefrologia, due chirurgie multidisciplinari, una cardiologia/neurologia, una gastrologia/oncologia) e tra pochi giorni ne dovrebbe essere aperto un altro di chirurgia per dare risposte alle necessità di assistenza e cura che non possono essere più procrastinate. Per mantenere questi reparti liberi dal virus servono anche attenti controlli sul personale. Al momento, secondo i dati forniti oggi in conferenza stampa, su 332 casi testati tra i dipendenti dell'Usl l'8 per cento è risultato positivo tra cui 8 infermieri, 7 medici, 4 oss e 5 tra il personale Isav. Sono stati testati anche i dipendenti in malattia sintomatici con il risultato di 471 persone sottoposte a test più 312 operatori delle microcomunità. Il monitoraggio continuerà.
Il prossimo passo, su cui però ancora non ci sono date, sarà "liberare" il Parini dai pazienti Covid e farlo tornare un ospedale per acuti. Al momento per i contagiati, oltre alla clinica Isav di Saint-Pierre, si stanno allestendo nella microcomunità di Morgex 27 posti per infetti dimessi dall'ospedale e quindi in via di guarigione. Dovrebbe aprire tra un paio di settimane. Servirà però individuare una nuova struttura dedicata e su questo si sta concentrando la politica all'interno del Governo regionale e in Consiglio Valle tramite la 5a Commissione.
"Abbiamo tre documenti sul tavolo che dobbiamo esaminare: la progettazione dell'ampliamento dell'ospedale Parini, la valutazione costi/benefici presentata ultimamente anche in 5a Commissioned ed il piano emergenza Covid dell'Usl", ha spiegato a tal proposito l'assessore alla sanità, Mauro Baccega. "L'insieme di questi tre elementi dovrà dare nei prossimi giorni delle risposte".
Clara Rossi