"Situazione italiana sull'insorgenza Hiv/Aids è molto negativa"
AOSTA. All'Italia "manca una vera e propria strategia di prevenzione, di educazione e di intervento" per prevenire la diffusione dell'Hiv/Aids. Lo denuncia in una nota l'Arcigay Valle d'Aosta commentando i dati diffusi in occasione della Giornata mondiale di lotta all'Aids.
"Come emerso dal nuovo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità la situazione italiana, rispetto all'insorgenza dell'HIV/AIDS, resta molto negativa con una incidenza di nuove infezioni assolutamente inaccettabile", commenta l'Arcigay, ed è "anche compito delle associazioni sollecitare lo Stato affinché metta in atto politiche responsabili nei settori educativo e sanitario".
Michele Breveglieri, responsabile Salute nazionale dell'Arcigay: "continua a crescere la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività: erano il 20,5% delle diagnosi di Aids nel 2006, mentre nel 2014 hanno raggiunto quota 71,5%. Inoltre, più di un terzo della nuove diagnosi di HIV tra gli uomini omo-bisessuali avviene in fase clinica avanzata. Sono dati che parlano di un sommerso non diagnosticato non più sopportabile alle soglie del 2016. E' una situazione che va urgentemente affrontata e invertita – continua Breveglieri -: UNAIDS, l'agenzia dell'Onu sll'Hiv, ha chiamato tutti nel 2014 ad un obiettivo globale, 90% di persone con HIV diagnosticate, 90% in cura, 90% con viremia soppressa. Gli effetti benefici di una diagnosi precoce, e quindi poi della terapia, oggi sono ultra noti, sia per il benessere della persona, sia per la riduzione dell’infettività: non fare nulla per arrivare a quell’obiettivo di 90% di persone con HIV diagnosticate è un delitto morale e una responsabilità politica ben precisa".
C.R.