Emergenza carceri, Uilpa: morti ed evasi nel silenzio del Ministro e del DAP

Il segretario De Fazio: «Il Guardasigilli, Carlo Nordio, e l'Esecutivo Meloni battano un colpo»

Polizia penitenziaria

«Mentre la politica evidentemente è impegnata a occuparsi del caso Sangiuliano piuttosto che di "Sanvittore", nei penitenziari avviene di tutto. A pagarne le spese, oltre ai reclusi, 36mila donne e uomini della Polizia penitenziaria, sottodimensionati negli organici, stremati nelle forze e mortificati nell'orgoglio, che scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato. Quello stesso Stato che, per mano dei governi, li ha abbandonati». Lo afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Il sindacalista ricorda il diciottenne deceduto in carcere a San Vittore a causa di un incendio, l'evasione di un altro detenuto dall'ospedale di Sessa Aurunca, i 70 suicidi tra i detenuti e i 7 fra la polizia penitenziaria registrati solo quest'anno, i 15mila detenuti ristretti in carcere oltre i limiti e i 18mila agenti di polizia penitenziaria mancanti. E poi ancora «omicidi, stupri, traffici di sostanze e oggetti non consentiti, violenze di ogni genere e in tutto questo non una parola dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e dal Ministero della Giustizia, molto più attenti nel tentare di ridimensionare, peraltro goffamente, una crisi senza precedenti. Ma cos'altro deve accadere affinché si assumano seri provvedimenti?».

«Il Guardasigilli, Carlo Nordio, e l'Esecutivo Meloni battano un colpo  - prosegue De Fazio -. Tutto quello che sta avvenendo ha delle responsabilità precise, quantomeno politiche e morali, ma forse non solo. Servono interventi tangibili e ad effetto immediato. Necessita subito ridurre il sovraffollamento, potenziare la Polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria e rendere salubri e sicure le strutture. Parallelamente, va riorganizzato l’intero sistema. Davvero, non c’è più tempo».

 

 

redazione

 

 

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