Governo: il ministro Costa si dimette, Gentiloni assume interim Regioni

 

Aveva parlato di «rompere gli indugi» per l'alleanza con Berlusconi

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ROMA. Enrico Costa si dimette da ministro degli Affari regionali. Lo ha annunciato con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che assume l'interim del dicastero. La decisione di Costa di lasciare l'esecutivo per tornare in Forza Italia era nell'aria già dal giorno dello stop alla legge sullo Iius soli.

Dopo aver minacciato di dimettersi se fosse stata posta la fiducia sulla legge, il ministro aveva dichiarato che era giunto il momento di «rompere gli indugi» e accettare l'offerta di riaggregazione del centrodestra avanzata da Silvio Berlusconi. «Ho manifestato nei giorni scorsi la convinzione che sia il momento di lavorare ad un programma politico di ampio respiro che riunisca quelle forze liberali che per decenni hanno incarnato aspirazioni, ideali, valori, interessi di milioni di italiani che hanno sempre respinto soluzioni estremistiche e demagogiche - ha scritto Costa nella lettera a Gentiloni -. Sono opinioni politiche del tutto naturali, per chi ha una storia politica come la mia. In questi mesi ho anche espresso il dissenso su alcuni provvedimenti (Ius soli, Processo penale), motivando dettagliatamente le mie posizioni. C'è chi ha ritenuto queste opinioni fonte di pregiudizio per il Governo, ma anche chi le ha apprezzate perché hanno portato una interessante dialettica».

«Tu, caro presidente - ha continuato Costa - hai sempre rispettato le mie idee. Non mi hai mai imposto il paraocchi e non mi hai chiesto di rinunciare alle mie convinzioni. Lo apprezzo moltissimo. Ma non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero. Ho avuto un'occasione unica ed ho fatto un'esperienza bellissima, sempre con il massimo impegno. Ora faccio un passo indietro, perché le convinzioni vengono prima delle posizioni. A chi mi consiglia di mantenere comodamente il ruolo di governo, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, rispondo che non voglio equivoci, né ambiguità. Allungherò la lista, peraltro cortissima, di ministri che si sono dimessi spontaneamente».

Immediato il commento del ministro degli Esteri e leader di Ap, Angelino Alfano, secondo cui la decisione di Costa era inevitabile ma arriva in ritardo. «Credevo lo facesse già un paio di giorni fa - ha detto-. Lo diciamo da tempo: noi vogliamo costruire un'area autonoma, una forza indipendente da destra e da sinistra. Abbiamo idee, forza e coraggio per fare qualcosa di grande. Comprendiamo che chi non ce la fa, faccia scelte diverse, ma noi andiamo avanti per la nostra strada, senza metterci in fila da nessuna parte". Per il senatore del Pd Andrea Marcucci,che in una intervista aveva sollecitato il ministro a prendere una decisione, invece "le dimissioni di Costa sono coerenti. Non si può stare al governo e al tempo stesso solidarizzare con l'opposizione», ha concluso.

 

Clara Rossi

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