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Sfratti Arer, il Consiglio Valle respinge una mozione per aggiornare le politiche abitative

La Lega: rischio di bomba sociale, 181 famiglie a rischio sfratto. Marzi: non ci sono spazi politico-amministrativi per intervenire

 

 Quartiere Cogne

Il tema degli sfratti dalle case di edilizia popolare è stato discusso nel corso dell'ultimo consiglio regionale, con particolare attenzione agli sgomberi forzati di nuclei assegnatari di alloggi di edilizia residenziale e alla incapacità delle misure di politica abitativa oggi esistenti di dare risposte alle famiglie in difficoltà. Tra le iniziative presentate, una mozione del gruppo Lega con quattro impegnative. 

«Bisogna evitare la bomba sociale degli sfratti che abbiamo iniziato a denunciare a dicembre 2021. Ci sono 181 sfratti potenziali, quasi duecento famiglie che rischiano di restare senza una casa, persone che non possono permettersi un alloggio sul mercato privato e potrebbero trovarsi senza un tetto sulla testa», ha affermato il capogruppo Andrea Manfrin segnalando la necessità di intervenire con urgenza per cambiare requisiti e modalità di applicazione di morosità incolpevole, bando affitti ed emergenza abitativa.

«La delibera sulla morosità incolpevole non riesce a incidere e, per come è disciplinata oggi, non permette l'adesione a chi ha un reddito basso e non tiene conto di fattori come l'aumento dei costi energetici», ha evidenziato Manfrin. In parallelo all'emergenza abitativa «possono accedere pochissime persone perché è richiesta la perdita di reddito e uno sfratto esecutivo. Ma per esempio un coniuge separato che lascia la propria abitazione non ha diritto a rientrare nell'emergenza abitativa perché non è sottoposto a sfratto e una persona con basso reddito può rimanere escluso se non ha avuto una perdita di reddito». A ciò si aggiunge il problema delle lunghe tempistiche di pagamento del bando affitti, con proprietari di abitazione che attendono molti mesi prima di vedersi accreditate le somme.

La mozione è stata respinta con i 19 voti di astensione della maggioranza e i 16 favorevoli dei gruppi di opposizione.

«È opportuno dire che a fronte di 181 richieste di sfratto, quelle realmente applicate sono 12» e alcune sono poi state sospese, ha chiarito l'assessore alle Politiche sociali Carlo Marzi prima di aggiungere che «da un punto di vista politico è impossibile votare» la mozione in discussione.

Ancora l'assessore: «la legge regionale 3/2013 sulle politiche abitative dovette aspettare una legge dello Stato del 2016 per essere applicata, con parametri individuati a livello nazionale. La delibera sulla morosità incolpevole applica ciò che si poteva fare in termini di legge, e lo fa con uno spazio amministrativo comunque più ampio rispetto a quello di altre regioni. Ciò non è sufficiente, ma esistono dei dettami a livello nazionale».

«Sicuramente bisogna intervenire - ha confermato l'assessore alle Politiche sociali -, ma non credo ci siano gli spazi politico-amministrativi» per farlo nei modi indicati dalla mozione.

Nella replica il capogruppo della Lega ha sottolineato che la Valle d'Aosta può intervenire sulle politiche abitative «con maglie molto più larghe rispetto alle disposizioni nazionali. È la Giunta regionale a stabilire le disposizioni sulla morosità incolpevole ed è anche possibile modificare le misure di rimborso delle spese per i servizi degli alloggi di edilizia residenziale pubblica poiché queste misure sono stabilite con un regolamento definito dall'ente, cioè la Regione ed Arer. Il governo non si nasconda dietro alle leggi e si prenda la propria responsabilità».

 

 

Marco Camilli

 

 

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