Celiachia, bocciata una proposta di legge della Lega VdA

L'assessore Marzi parla di «incompatibilità normativa», mentre secondo la Lega «si è preferito bocciare la proposta perché proveniente dall’opposizione»

A maggioranza il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha bocciato una proposta di legge sulla celiachia a firma Lega VdA. Il testo proponeva di modificare l'attuale sistema di erogazione dei sostegni economici all'acquisto di prodotti senza glutine, tramite buoni spendibili in farmacia o esercizi convenzionati, affidando all'Usl l'erogazione di un importo fisso annuale.

Il relatore Andrea Manfrin ha spiegato: «uno studio dell'Osservatorio dell'Associazione Italiana Celiachia evidenzia come non convenga fare la spesa in farmacia. Per l’acquisto di un paniere di 12 prodotti senza glutine tra quelli più venduti e consumati da chi è celiaco, la differenza tra supermercati e farmacia è di circa 20 euro. Il valore del buono che viene concesso è quindi pesantemente minacciato dal sovrapprezzo che un acquisto vincolato impone, al quale si aggiunge la difficoltà ad approvvigionarsi perché nella nostra regione gli esercizi convenzionati, diversi dalle farmacie, ad oggi sono solo due, di cui uno ad Aosta e l'altro a Donnas».

L'assessore alla sanità Carlo Marzi ha risposto annunciando l'astensione della maggioranza. «Le disposizioni in materia di celiachia - ha spiegato - non sono stabilite a livello regionale bensì da uno specifico decreto ministeriale» e di conseguenza la proposta di legge «presenta un'incompatibilità normativa». Per l'Usl valdostana inoltre «un modello di rimborso basato sulla rendicontazione dei giustificativi cartacei delle spese sostenute dagli assistiti sarebbe anacronistico e ingestibile, sia perché non si potrebbe monitorare efficacemente la congruità delle forniture e la loro qualità sia per la mole di controlli manuali».

La maggioranza si è quindi astenuta mentre l'opposizione ha votato a favore della proposta di legge.

Commentando il voto negativo dell'aula, la Lega VdA sottolinea che la proposta aveva avuto nei giorni scorsi il parere positivo del Cpel. Secondo Manfrin «è di tutta evidenza che si è preferito bocciare la proposta perché proveniente dall’opposizione. A rimetterci, come sempre, saranno i cittadini affetti da celiachia, che perdono il 20% del loro potere d’acquisto per beghe politiche di cui non hanno colpa».

 

 

E.G.

 

 

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