Lavy (Lega): un pretesto per andare ad elezioni anticipate e fare di nuovo il presidente nella prossima Legislatura
«Se si dovessero verificare delle situazioni di imbarazzo amministrativo per la prosecuzione del programma di governo che abbiamo sottoscritto, allora si faranno ulteriori valutazioni». Il presidente della Regione Renzo Testolin interviene così in Consiglio regionale rispondendo a due interrogazioni di Lega VdA e Forza Italia sul recente accordo politico che ha sancito la nascita di una coalizione in cui coabitano forze che attualmente sono in parte in maggioranza e in parte all'opposizione.
L'attenzione, ha affermato Testolin, è sul bilancio che l'aula dovrà approvare a metà dicembre. Il documento «darà il polso della situazione in merito agli intendimenti della maggioranza regionale e l'univocità di direzione che dovrà esserci per portare a termine gli impegni assunti nei confronti della popolazione». Nel frattempo «non credo che ci siano grosse verifiche politiche o situazioni da analizzare quando una maggioranza trova una convergenza e una comunità d'intenti sul bilancio, che è l'atto politico per eccellenza e che abbiamo depositato in Consiglio».
La replica di Mauro Baccega (FI): «quindi secondo il presidente non ci sono problemi politici e possiamo affrontare il bilancio serenamente? È un accordo dove vediamo un piede in due scarpe: chi è all'opposizione trova spazio nella maggioranza progressista o chi è in maggioranza darà le dimissioni da assessore? Qui ci sono tutti i presupposti per andare a votare prima della scadenza».
Ancora più netto netto Erik Lavy (Lega VdA), convinto che «questo accordo è una vera e propria mozione di sfiducia nei confronti del presidente Testolin, forse anche in virtù di alcuni suoi atteggiamenti troppo accentratori e anche arroganti. Ma rimane un dubbio: il presidente ha veramente ostacolato questa operazione?». La valutazione del consigliere leghista è che il presidente della Regione «ora avrà un pretesto per andare finalmente ad elezioni anticipate al fine di fare di nuovo il presidente nella prossima Legislatura». Il riferimento è ai limiti di mandato imposti dalla legge elettorale.
Marco Camilli