La revoca del decreto ingiuntivo da 40 milioni è accolta con soddisfazione in Regione e fa ben sperare per una analoga controversia sulla compensazione del servizio di trasporto ferroviario
La decisione dei giudici di Roma di revocare il maxi decreto ingiuntivo del 2016 chiesto da Trenitalia per il pagamento di vecchie fatture non può che essere accolta con favore dal governo regionale della Valle d'Aosta. In ballo c'erano 40,1 milioni di euro che la Regione non dovrà pagare.
«Accogliamo con soddisfazione la sentenza», il commento del presidente della Regione e assessore ad interim ai trasporti, Erik Lavevaz. «Se da un lato questa ci permette di fare chiarezza sul contenzioso economico, dall'altra è un'importante testimonianza che il lavoro fatto dalle strutture regionali è stato rigoroso e attento».
Ancora Lavevaz: «Ci muoviamo all'interno di un quadro molto complesso per un servizio che è essenziale per la Valle d'Aosta e sul quale investiamo da sempre molte risorse».
L'accoglimento dell'opposizione della Regione al decreto ingiuntivo da parte della XVI sezione del Tribunale di Roma è ben accolta anche per un terzo motivo: un altro contenzioso simile con Trenitalia è ancora pendente. Anche questa seconda controversia riguarda la compensazione economica per i servizi del trasporto ferroviario in Valle d'Aosta. La società del gruppo Ferrovie dello Stato chiede alla Regione 35,1 milioni di euro per fatture non pagate a copertura di parte del 2015 e degli anni successivi fino al 2019.
I giudici - o almeno è quello che spera l'Amministrazione regionale - potrebbero accogliere anche in questo caso l'opposizione che la Regione ha basato sull'aumento non previsto nel contratto del valore euro/chilometro calcolato da Trenitalia.
Elena Giovinazzo