Il drastico calo dei veicoli sulle strade hanno inciso solo in parte sui livelli di inquinamento rilevati a marzo secondo l'Arpa
AOSTA. Nell'aria della Valle d'Aosta durante il mese di marzo i valori di inquinamento Pm10 e di biossido di azoto risultano in diminuzione. Il merito però non è tutto dei divieti quasi totali sugli spostamenti che hanno di fatto notevolmente ridotto la mole di traffico sulle strade della Valle d'Aosta senza però incidere più di tanto sulla qualità dell'aria che respiriamo.
L'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, sempre impegnata nel lavoro di raccolta dati dalle stazioni di rilevamento del territorio, spiega infatti che il miglioramento c'è stato per alcuni valori e non per altri perché l'inquinamento è legato a dinamiche più complesse.
Tenendo conto che già normalmente con l'avvicinarsi della primavera le concentrazioni di inquinanti diminuiscono, l'Arpa ha rilevato in generale una riduzione del 39% del biossido di azoto ritenuta - questa sì - direttamente collegata al minor numero di veicoli in circolazione. Per le Pm10 tuttavia la variazione non è così rilevante. "I livelli di particolato in atmosfera (polveri) - spiega l'Arpa - sono soggetti a dinamiche più complesse, come la formazione del particolato secondario, molto sottile, che rimane in sospensione in atmosfera per periodi molto lunghi". Soprattutto, questo particolato "può essere trasportato su larga scala" incurante dei confini tra regioni e nazioni. Lo dimostra anche il picco registrato il 29 e 30 marzo scorsi dovuto al trasporto di polveri dal lontano Mar Caspio.
Un calo "più evidente" delle Pm10 emerge però "nelle dirette vicinanze di una sorgente emissiva primaria che interrompe la sua attività" e cioè dalla centralina di via I Maggio che rileva ciò che accade nell'area dello stabilimento Cogne Acciai Speciali.
"Queste considerazioni - sottolinea l'Agenzia - non devono far pensare che non ci siano azioni che possono portare ad una riduzione complessiva dell'inquinamento da polveri, ma piuttosto far riflettere sula natura globale del fenomeno e sulla necessità di agire con misure strutturali a larga scala che siano di sistema, con durata stabile nel tempo".
Elena Giovinazzo