Dubbi dei sindacati sul nuovo Piano socio-sanitario della Valle d'Aosta

Cgil, Cisl e Uil unanimi: bene alleggerire l'ospedale regionale, ma il Piano non affronta il problema del personale

 

ospedale di Aosta

È un giudizio diviso a metà quello dei sindacati sulla bozza del nuovo Piano socio-sanitario della Valle d'Aosta presentato oggi in Commissione Servizi sociali del Consiglio regionale dall'assessore alla Sanità Roberto Barmasse.

«Alcuni passaggi contenuti nella bozza che ci è stata recentemente presentata - dicono Cgil, Cisl e Uil e le sigle della Funzione Pubblica - contengono delle azioni che certamente condividiamo e che consideriamo indispensabili quali ad esempio il fornire le risposte riguardo l’ospedale regionale». Positiva è «la prospettiva di decentrare sul territorio per andare ad alleggerire il nosocomio regionale» e «altrettanto interessanti e di senso sono quei passaggi che guardano e danno risposte sul contrasto alla povertà così come le azioni previste nel piano di attenzione alla disabilità».

Per i sindacati tuttavia la bozza del Piano 2022/2025 contiene una importante lacuna. «Il Piano - segnalano le sigle sindacali - non organizza e da gambe a quello che risulta essere il problema più annoso in assoluto, il personale. Da realtà di eccellenza, di alcuni anni or sono, ci si è attestati su parametri al ribasso dove, progressivamente, la sanità valdostana ha perso appeal ed evidenzia, con progressiva nostra preoccupazione, ritardi e difficoltà evidenti. Il fatto che questi limiti risultino presenti anche in altre regioni d’Italia - dicono i sindacati - non giustifica questa linea di impoverimento della proposta della sanità pubblica della nostra regione. Dobbiamo cercare di creare attrattività e questa la possiamo ottenere mettendo a disposizione quelle risorse economiche necessarie per andare a retribuire le professionalità indispensabili adeguate ad alzare il livello delle prestazioni sanitarie».

La soluzione ipotizzata di una contrattazione regionale di primo livello «è una prospettiva che bocciamo con forza» in quanto «non può certo essere presa quale esempio virtuoso ed efficace come già vissuto in alcune situazioni del recente passato. Con la contrattazione di secondo livello, in campo regionale, ci sono tutti gli spazi per garantire quelle risposte che la Valle d’Aosta deve attuare», concludono Cgil, Cisl e Uil con le rispettive Funzioni Pubbliche.

 

 

Clara Rossi

 

 

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