Fosson rassicura: «vaccinare non ha rischi». Tra gli operatori sanitari copertura bassisima intorno al 10% - PHOTO GALLERY
AOSTA. Domani, 10 novembre, in Valle d'Aosta parte la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2015/2016. I destinatari principali sono coloro che hanno superato i 65 anni di età ed i bambini e gli adulti affetti da patologie che li rendono maggiormente esposti al rischio di complicazioni, a volte fatali. Tutti comunque possono farsi vaccinare, per sé stessi e per il bene dell'intera comunità.
La campagna di vaccinazione dovrà sconfiggere due "nemici": l'influenza ovviamente, ma anche la diffidenza. Negli ultimi anni la copertura tra le categorie a rischio è sempre stata lontana dall'obiettivo ideale del 75%, che è la quota ritenuta utile per limitare significativamente la diffusione del virus a beneficio dell'intera popolazione. «Lo scorso anno la copertura è stata inferiore al 50%» ha spiegato in conferenza stampa il presidente della Regione, Augusto Rollandin, confermando che l'obiettivo per quest'anno è di vaccinare almeno tre persone su quattro tra quelle più esposte.
In conferenza stampa erano presenti anche l'assessore alla Sanità Antonio Fosson, il direttore generale dell'Azienda Usl Valle d'Aosta Massimo Veglio e la direttrice della Struttura complessa di igiene e sanità pubblica Marina Verardo. Tutti hanno ribadito l'importanza di farsi vaccinare in risposta anche alla «campagna non corretta» dello scorso anno, quando alcuni decessi furono messi in relazione con l'inoculazione del vaccino. «Vaccinare è importante e non ha rischi - il concetto espresso da Fosson e ribadito a più riprese da tutti i presenti - . Non ci sono controindicazioni gravi. Sono più gravi le conseguenze della mancata vaccinazione». Lo scorso anno, secondo i dati dell'Usl, quattro persone non vaccinate che soffrivano di gravi patologie sono morte per le complicanze provocate dall'influenza.
Per invogliare il maggior numero possibile di valdostani ad aderire alla campagna antinfluenzale, che è gratuita, in sala erano presenti anche autorità civili e militari che al termine della conferenza stampa si sono fatte vaccinare.
L'attenzione delle autorità è rivolta non soltanto alla popolazione in generale. C'è preoccupazione anche per la bassissima diffusione della vaccinazione tra gli operatori del settore sanitario, che per professione sono a contatto con malati e persone fisicamente deboli, dunque più a rischio. Lo scorso anno appena il 10-12% di medici, infermieri e operatori hanno scelto di vaccinarsi in Valle. Ecco perché la direttrice della Struttura complessa di igiene e sanità pubblica ha chiesto a loro una particolare attenzione: «il non vaccinarsi ha conseguenze sui malati» ha sottolineato.
Lo scorso anno la Valle d'Aosta ha acquistato ventimila vaccini, ma ne sono stati utilizzati solo quindici-sedicimila. Quest'anno le dosi pronte alla somministrazione sono diciottomila «con la speranza - ha detto Verardo - di doverne acquistare altre».
Per vaccinarsi è sufficiente recarsi dai medici di famiglia e dai pediatri di libera scelta o nei poliambulatori e nei consultori dei vari distretti sanitari.
Elena Giovinazzo