L'associazione denuncia un "rischio di illegalità diffusa"
AOSTA. "Se non si stabiliscono sanzioni di un certo rilievo economico trasgredire diventa conveniente dati i guadagni ottenuti grazie ai certificati verdi". Lo afferma la presidente del Circolo valdostano di Legambiente, Alessandra Piccioni, a proposito dei prelievi illeciti da parte delle centrali idroelettriche.
La recente delibera della Giunta regionale che modifica gli indirizzi per il rilascio di nuove concessioni, sottolinea l'associazione, ha "eliminato le clausole - peraltro piuttosto farraginose e di difficile applicazione - relative alle sanzioni per le violazioni commesse dai produttori" a proposito del rispetto del deflusso minimo vitale e dei limiti di acqua che può essere turbinata. La nuova moratoria "cesserà a fine 2016, anche se l'approvazione del nuovo Piano di Tutela Acque non potrà essere concluso in meno di 12 mesi" e "ciò significa che il 2017 si aprirà senza nuovi indirizzi di tutela dei torrenti e senza il nuovo Piano. E non mancherà chi vorrà approfittarne".
Legambiente denuncia il "rischio di illegalità diffusa" nel settore "aggravato dalla scarsità di controlli regionali su progettazione, realizzazione e gestione delle centrali". Una preoccupazione, continua l'associazione, confermata dai procedimenti aperti dal Gestore dei servizi energetici nei confronti di "alcune aziende idroelettriche valdostane, diretti alla restituzione degli incentivi illegittimamente percepiti per prelievi eccedenti i limiti".
"Ai valdostani restano i danni ambientali e paesaggistici e la beffa di averli finanziati anche con i propri soldi" conclude il Circolo.
Clara Rossi