La britannica sorpassa Silvia Trigueros Garrote e chiude a 80h19'38''. Cambiato il percorso escludendo il Col Brison
Sabrina Verjee è un nome poco conosciuto al di fuori dalle gare della Gran Bretagna. La veterinaria quarantunenne ha sicuramente trovato il modo di farsi conoscere nel panorama internazionale del trail, con una prova di forza impressionante al TOR330 – Tor des Géants: è lei, infatti, ad aver vinto la gara femminile dell’endurance trail più duro del mondo con un tempo stratosferico di 80h19’38”, prima donna a scendere sotto le 85 ore.
Sabrina Verjee al traguardo (foto Alessandro Zambianchi - Zzam Agency)
Difficile non parlare di record, nonostante il cambio di percorso che ha escluso il Col Brison, con Verjee che ha chiuso addirittura al quinto posto della classifica assoluta, dopo aver a lungo inseguito una Silvia Trigueros Garrote che sembrava non avere rivali e che, fino a ieri, si avviava verso il suo quarto Tor des Géants. Invece, la britannica ha man mano recuperato terreno sulla basca, rosicchiando minuti su minuti nella serata di ieri e trovando il sorpasso tra il Rifugio Magià ed il Rifugio Cuney attorno alla mezzanotte. Garrote, che pure ha corso sui suoi tempi migliori, non ha avuto la forza di restare attaccata a Sabrina Verjee, che ha accresciuto sempre più il vantaggio. Trigueros Garrote ha chiuso poi la gara in seconda posizione, in 84h58’55.
La reazione della vincitrice
«Non ho fatto la gara su Trigueros Garrote ma ho voluto fare la mia corsa», ha detto Sabrina Verjee. «Ci siamo superate varie volte nei rifugi, perché una o l'altra dormiva. È stato bello fare un pezzo di percorso con lei».
La britannica ha avuto alcuni problemi di salute, oltre a soffrire di asma: «Per 36 ore - spiega - non riuscivo a mangiare ed è stata dura. Rispetto alle gare che sono abituata a fare qui le montagne sono più imponenti ed ho avuto problemi di altitudine, anche se sono venuta qui qualche settima prima per acclimatarmi e questo ha aiutato».
Abituata a gare ed imprese da endurance, Sabrina Verjee ha vinto nel 2020 la Spine Race e nel 2019 la Spine Fusion, entrambe da 430 chilometri, oltre ad aver fatto registrare nel 2021 il record dei laghi Wainwright, 525 chilometri e 36.000 metri di dislivello, battendo il precedente tempo che appartiene a Paul Tierney, attualmente quarto al TOR450 – Tor des Glaciers.
Completato il podio maschile
Intanto si è completato il podio della gara maschile dopo la vittoria di Jonas Russi. Al secondo posto Simone Corsini, arrivato ancora sorridente e “in volata” in 75h27’33”, ha migliorato di oltre sette ore il suo tempo dell’anno scorso che gli era valsa la quinta posizione. Ha dovuto però lottare più del previsto, perché alle sue spalle stava arrivando Andrea Macchi, ad un certo punto a soli 16 minuti da lui, che ha poi concluso la gara in 76h43’50”.
redazione