CVA, al lavoro per riattivare la centrale di Valpelline

L'impianto idroelettrico alimentato dalla diga di Place Moulin ostruito da materiale limaccioso trasportato durante l'alluvione. «Tutti gli impianti sono in sicurezza»

La centrale CVA di ValpellineLe consistenti piogge che si sono abbattute sulla Valle d'Aosta a fine giugno hanno impattato anche sugli impianti di produzione idroelettrica. Dai versanti si sono riversati verso valle e nei torrenti fango, rocce e altri materiali che hanno intasato le strutture di captazione.

La centrale di Valpelline

CVA, che gestisce impianti su tutto il territorio, ha fatto oggi il punto della situazione.

La più delicata riguarda la situazione della Valpelline, la cui centrale è alimentata dalla diga di Place Moulin. «La diga e tutti gli impianti della Valpelline sono in sicurezza e non esiste alcun tipo di pericolo rispetto alla capienza ed alla tenuta dell’infrastruttura», assicura la società. L'eccezionale ondata di maltempo ha causato però dei problemi: il distacco di 2,5 milioni di metri cubi dai piedi del ghiacciaio Tête de Valpelline e lo scivolamento all'interno del bacino di materiale limaccioso che ha ostruito parti dell'impianto.

CVA spiega di stare «operando in collaborazione con la Regione e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la disostruzione». Le tempistiche di riattivazione dei siti tuttavia «non sono ancora disponibili».

La situazione a Cogne e Valtournenche

Durante l'alluvione CVA ha inoltre fermato parte della produzione da impianti ad acqua fluente, mettendo fuori servizio 318 MW su 500 MW di produzione. L'attività è stata ripristinata quasi ovunque: fanno eccezione i siti della vallate più colpite, Cogne (siti di Aymavilles, Grand Eyvia e Lillaz) e Valtournenche (la diga di Perrères), con circa 38 MW ancora in fermo produttivo.

«Nonostante lo straordinario impatto dell’evento climatico estremo - afferma sempre CVA ., gli impianti, ancorché realizzati e progettati oltre settant’anni fa, hanno dimostrato, grazie allo straordinario impegno e qualità professionale di tutti i reparti della Direzione Operativa, una rilevante resilienza sia nella loro capacità di proteggere i territori, sia nella tenuta ad un impatto così significativo».

 

 

Clara Rossi

 

 

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