Il Tar della Valle d'Aosta ha condannato il Ministero dell'Interno a rifondere i danni subiti dall'avvocato Giunti
L'avvocato aostano Andrea Giunti ha diritto a essere risarcito dal Ministero dell'Interno per l'interdittiva antimafia emessa nei suoi confronti nel 2022 e poi annullata. Lo stabilisce il Tar della Valle d'Aosta con una sentenza che dichiara "fondata" la richiesta del legale di ottenere un indennizzo quantificato in 6.000 Euro.
L'interdittiva era stata emessa dalla Questura di Aosta perché l'avvocato risultava indagato insieme alla moglie in una inchiesta sulla 'ndrangheta e la cosca Bagalà. Il Tar aveva in seguito annullato quell'interdittiva, ma nel frattempo l'emissione del provvedimento era stato riportato dai mezzi di informazione.
"Non vi è dubbio - si legge nella sentenza - che il provvedimento adottato dall’amministrazione sia illegittimo e che dallo stesso il ricorrente abbia subito un pregiudizio, correlato proprio all’interdizione dalla possibilità di contrattare con la pubblica amministrazione". Sempre il Tar chiarisce che "l'errore di diritto in cui è incorsa la Questura di Aosta nell'adozione del provvedimento, poi annullato con sentenza definitiva dal Tar Valle d’Aosta, non è dunque in alcun modo giustificabile, con conseguente sussistenza anche dell'elemento psicologico della responsabilità aquiliana della pubblica amministrazione".
Per quantificare il risarcimento il Tar ha tenuto conto della mancata possibilità di acquisire commesse pubbliche da parte dell'avvocato. Invece "in ordine alla lamentata lesione del danno all'immagine e della riduzione degli affidamenti da parte dei privati", il giudici ritengono che la misura interdittiva "non abbia inciso direttamente su tale aspetto e comunque manca la prova in giudizio del nesso di causalità".
M.C.