mercato coperto

Aosta, il futuro del mercato coperto ancora tema di dibattito

 

AOSTA. Il mercato coperto di Aosta è stato ancora una volta oggetto di dibattito in consiglio comunale. A far discutere è lo studio di fattibilità presentato in Commissione consiliare per riqualificare la struttura che prevede una spesa di circa 4 milioni di euro con ricorso al project financing, cioè con il coinvolgimento di privati.

Riqualificare le "Halles" è indispensabile se si intende assicurare un futuro alla struttura che da anni è in forte crisi. L'immobile è antiquato, gli impianti sono fuori norma e gli affari languono. Secondo la minoranza tuttavia la possibile soluzione prospettata dallo studio di fattibilità è inandatta perché propone un progetto «sproporzionato e penalizzante per gli operatori commerciali che già soffrono la crisi». Lo ha spiegato la consigliera Patrizia Pradelli (M5s) presentando una mozione (poi respinta a larghissima maggioranza) in cui venivano espresse due preoccupazioni: che il mercato coperto sia dato in mano ai privati e che di conseguenza, per rientrare nell'investimento economico, il costo degli spazi aumenti a tal punto da essere alla portata soltanto delle grandi aziende a scapito degli operatori commerciali locali più piccoli. Ipotesi che sia il vice sindaco Marcoz sia il sindaco Centoz hanno però smentito.

«Questo studio di fattibilità rappresenta una base, un punto di partenza su cui discutere e dunque passibile di mille cambiamenti», ha spiegato Antonella Marcoz invitando anche la minoranza a partecipare al confronto nei prossimi giorni in Commissione. «Vorremmo procedere con il project financing perché noi, come Comune, non abbiamo i mezzi finanziari, ma la proprietà è nostra ed è la poprietà a decidere come ristrutturare». In caso contrario, ha chiarito, «il mercato coperto chiuderà perché l'Amministrazione comunale non avrà mai i finanziamenti per poterci mettere mano».

«Evidentemente - ha aggiunto la vice sindaco - se ci sarà una ristrutturazione i costi a carico degli espositori non potranno essere gli stessi di oggi, ma non abbiamo avuto contatti con Eataly o altre grandi catene. Noi vorremmo mantenere i produttori locali, quelli che portano la Fontina e i prodotti tipici».

Parole confermate poco dopo dal sindaco. «Nessuno di noi vuole che lì venga costruito un supermercato e questo è il punto di partenza - ha assicurato Fulvio Centoz -. Abbiamo già ricevuto proposte di supermercati e abbiamo risposto "no". Oggi stiamo parlando di recuperare un immobile mantenendo la sua funzione e sperando che l'intervento possa rivitalizzare la zona. L'elemento in più è che diventerà un luogo di aggregazione e di ristorazione come avviene in quasi tutti i mercati ristrutturati di recente».

I dubbi sulla scelta del project financing sono comunque stati ribaditi da più parti nel corso del dibattito. «Siamo contenti di poter venire in Commissione a discutere, ma le prossime tappe quale saranno? Non sappiamo se c'è interesse per quello che stiamo proponendo. Ci sono privati che vogliono investire 4 milioni di euro in quest'opera?», ha chiesto Giuliana Lamastra (Alpe).

Ancora più diretta Pradelli convinta che «soltanto un pazzo potrebbe intraprendere un progetto del genere e realizzarlo in una piccola provincia come Aosta. Se un privato si prende un progetto da pazzi di questo tipo, chi si accolla la vendita di questi spazi? Le grandi catene possono rispondere a richieste di locazione di questo tipo, ma un piccolo commerciante non se lo può permettere».

«Questi tipi di strutture - ha replicato il sindaco Centoz - hanno la possibilità di essere realizzate anche con la finanza di progetto perché ci sono margini di guadagno. Il Comune invece non ha 3, 4, 5 milioni di euro per rifare il mercato coperto». Il sindaco ha inoltre fatto sapere che «ci sono realtà interessate alla ristrutturazione del mercato e ciò ci è stato confermato da più parti. Parlo della Cofruits, quindi un soggetto valdostano, ma ce ne sono altri. Stiamo parlando di soggetti privati che hanno intenzione di intervenire sulla struttura per far sì che ci siano produttori locali all'interno e non un supermercato né Eataly».


Elena Giovinazzo

 

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