Aosta, il matitone di "Je Suis Charlie" sarà rimosso


Passa la proposta della Lega. Carpinello: "una mazzata alla libertà di opinione"

Matitone Je Suis Charlie

AOSTA. Il matitone di "Je suis Charlie" sarà rimosso dalla sua collocazione in piazza Narbonne. Lo ha stabilito il Consiglio comunale di Aosta approvando oggi (14 voti a favore, 7 contrari e 4 astensioni) una mozione presentata dalla Lega dopo le vignette pubblicate da Charlie Hebdo sulla tragedia del ponte di Genova.

La scultura era stata posizionata in origine in piazza Chanoux, proprio sotto il municipio, subito dopo il terribile attentato terroristico nella redazione del giornale francese, più di tre anni e mezzo fa. Ora, dopo le vignette pubblicate dal giornale su tragedie avvenute in Italia (la valanga di Rigopiano, i terremoti, la tragedia di Genova appunto), l'opinione della Lega è che mantenere quel simbolo può essere «considerato una forma di sostegno a plauso di quanto pubblicato da Charlie Hebdo» da parte del Comune di Aosta e di tutta la Valle.

«Questa cosa è diventata una schifezza. Il matitone celebrava il diritto di satira, ora celebra un giornale che fa soldi sulla pelle altrui e che sistematicamente, appena una tragedia capita in Italia, si diverte a prendere in giro le vittime e non i responsabili», ha detto questa mattina in consiglio Etienne Andrione invitando l'intera assemblea a votare a favore della rimozione dell'opera.

Il disgusto per le vignette "satiriche" è stato condiviso da tutta l'assemblea al contrario del principio che ha ispirato la mozione. Carola Carpinello (Altra VdA) e Gianpaolo Fedi (gruppo misto di minoranza) ne hanno criticato proprio l'impostazione. «Quelle vignette ci fanno vomitare, ma non possiamo togliere il matitone perché il giornale ha fatto qualcosa che non ci piace. Il matitone ha un significato ancora oggi comprensibile e valido», ha detto Fedi. Anche più netta la posizione di Carpinello, convinta che approvando la proposta leghista «avrete dato una bella mazzata alla libertà di opinione e al significato che quella matita aveva in origine».

Nel dibattito sono emerse anche due idee alternative: per l'Uv, Sara Favre ha proposto di invitare i giornalisti di Charlie Hebdo «a venirsi a prendere il matitone per metterlo davanti alla loro redazione, in modo da non sprecare quel simbolo». Carlo Marzi di Stella Alpina, pur annunciando il voto favorevole alla rimozione («Va tolto anche per eliminare la possibilità di prestare il fianco a quella politica che parla alla pancia e non alla testa»), ha riproposto la sua idea di cambiare la scritta. La scultura, ha ricordato, era stata posizionata «non a favore o contro la satira, ma perché erano avvenuti fatti di terrorismo internazionale».

Il M5s ha annunciato il voto contrario sostenendo, per voce di Luca Lotto, che «agli aostani questo argomento interessa poco e il compito del Consiglio comunale è discutere dei problemi della popolazione. Non è giusto impiegare il nostro tempo su queste cose; continuare a dare importanza a questo argomento è una perdita di energie».

«Il matitone - ha detto infine l'assessore Luca Girasole (del gruppo misto di maggioranza) annunciando l'astensione - è stato messo lì in memoria di chi ha perso la vita in un attentato perché aveva espresso un proprio pensiero e non per altri motivi. Dovremmo capire se la satira va accettata solo quando tocca gli altri e non quando tocca noi».


Clara Rossi

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