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Bloccato in casa a 91 anni, sindaco Nuti: pianificato incontro con Arer per dirimere questione

Il sindaco di Aosta sul caso dell'anziano 'prigioniero' in casa per l'ascensore inutilizzabile spiega che il Comune non ha competenza sulla struttura

Sul nostro quotidiano abbiamo recentemente parlato della situazione di disagio in cui si trova un anziano inquilino di un alloggio di via Vuillerminaz perché l'ascensore della palazzina è inutilizzabile. Sul caso abbiamo sentito il sindaco di Aosta, Gianni Nuti.

«Lì ci passo tutte le mattine», dice il sindaco. «Quegli ascensori sono datati e non sono nemmeno ascensori di fatto, bensì un ibrido tra ascensori e montacarichi. Avevano già delle particolarità di dubbia credibilità tecnica a suo tempo e di fatto il malfunzionamento era un po' endemico, nato insieme alla struttura stessa». 

La famiglia Metastofole chiede un intervento da parte delle istituzioni da molto tempo per riparare o smantellare e ricostruire l'ascensore. Questa richiesta si è fatta ancora più urgente ora che Carmelo, 91 anni, non è più in grado di fare le scale ed è quindi bloccato in casa, impossibilitato a spostarsi anche per le visite mediche. Nuti segnala la disponibilità del Comune di Aosta, ma la sua spiegazione conferma che la vicenda è molto complessa. «Il condominio già beneficia, per quel segmento occupato dall'attuale ascensore/montacarichi, della concessione gratuito del suolo pubblico. Se ci fosse bisogno di un'ulteriore superficie con le stesse intenzioni, cioè l'abbattimento delle barriere architettoniche, il Comune immediatamente rilascerebbe le autorizzazioni». Secondo il sindaco però questa è «l'unica cosa di competenza dell'amministrazione comunale».

Gli inquilini hanno riferito ad Aostaoggi.it di aver ricevuto dall'Arer la spiegazione che è il Comune ad avere competenza. «I nostri uffici non sono di questo avviso», ribatte il sindaco. «All'epoca la proprietà era in parte del Comune di Aosta» ma «adesso è subentrato Arer che è l'interlocutore per le operazioni».

Nuti su questo punto è chiaro: «Deve essere dimostrata una necessità legittima di corresponsabilità del Comune di Aosta e in quel caso non metteremo ostacoli per trovare una quadra affinché questa persona, e chi dopo di lui, abbia garantita la possibilità di muoversi. Quello di cui sono certo è che il Comune non può fare lavori per conto di Arer. Se poi ci fossero legalmente delle ulteriori misure da adottare da parte nostra, siamo aperti assolutamente anche a eventuali investimenti. Ma non so in che termini».

Il sindaco spiega come si sta sviluppando la riqualificazione del rione. 

Ascensore inutilizzabile

«Lo sforzo che sta facendo questa amministrazione, insieme ad Arer in quel quartiere, non ha precedenti in termini di impegno sia di spesa che di pianificazione. Abbiamo anche goduto della consulenza del Politecnico di Torino per ricostruire e ridisegnare il quartiere. Questi condomini rimangono fuori dai progetti per via della proprietà Arer ibrida con proprietari privati» che li ha esclusi dall'azione di efficientamento energetico prevista dal PNRR.

«Nel caso di un condominio vicino a quello di cui parliamo adesso - chiarisce il primo cittadino di Aosta - i condomini si sono "buttati" nell'operazione bonus 110% e l'edificio è stato felicemente ristrutturato e riqualificato. Questo invece ha una storia particolarmente tormentata».

La famiglia ha segnalato inoltre che la struttura dell'ascensore perde pezzi. «Faremo verificare questa cosa dai nostri tecnici che controlleranno l'effettiva pericolosità e, nel caso, metteranno delle transenne».

La coppia di anziani inquilini, e insieme a loro i figli, aspetta da dieci anni che la situazione si risolva. Nuti ci informa di aver pianificato una riunione con l'Arer «per cercare di dirimere la questione». Nessuna possibilità però di indicare delle tempistiche. «Per onestà intellettuale non possono fare promesse, perché sarei un millantatore. Possono dire che l'impegno mio e dell'amministrazione è di fare le cose nel più rapido lasso di tempo possibilità. Però a monte - ripete - qui si tratta di chiarire chi fa cosa e questo non è molto chiaro».

 


Marco Camilli

 

 

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