Il restauro dell'antico complesso di Aosta può essere solo conservativo. Rini: altra ipotesi è realizzare laboratori o uffici amministrativi per i licei
AOSTA. Nel centro Saint Benin di Aosta saranno ricavati probabilmente nuovi spazi per il convitto F. Chabod. Lo ha confermato l'assessore regionale all'istruzione e cultura, Emily Rini, rispondendo ad una interpellanza di Andrea Padovani (Mouv) discussa questa mattina in Consiglio Valle.
Da anni la Regione e il Comune stanno valutando cosa fare dell'antico complesso di via Festaz, stretto tra i licei Berard e Manzetti e il convitto, senza che nessuna decisione concreta sia stata presa nonostante un accordo firmato anni fa tra le due amministrazioni. C'è infatti un problema a monte di difficile soluzione: il centro è destinato ad uso scolastico e allo stesso tempo è classificato monumentale e di conseguenza soggetto a stretti vincoli. «Il restauro - ha spiegato in aula l'assessore Rini - può essere soltanto conservativo e la conversione a edificio scolastico è problematica per la difficoltà ad ottemperare a tutte le prescrizioni dell'edilizia scolastica». Il Saint Benin deve cioè rimanere a uso scolastico, ma non può diventare una scuola perché non sarebbe a norma di legge.
Una delle possibilità alternative, ha ricordato l'assessore Rini, è «ricavare nella struttura spazi accessori alle attività didattiche, come laboratori o locali amministrativi per le due istituzioni scolastiche». Secondo Rini tuttavia sarebbe preferibile un'altra strada che si basa su uno studio di fattibilità nel 2015 per la realizzazione di stanze ad uso del convitto. «Un'ipotesi compatibile con i vincoli - ha precisato l'assessore -, ma non ancora approfondita dal punto di vista tecnico-economico. Secondo una prima stima si potrebbero ricavare più di 100 posti letto». I costi, ha comunicato Rini, si aggirano sugli 8 milioni di Euro.
«Quest'anno il convitto regionale ha dovuto respingere alcune domande di convittori per mancanza di posto. Sono undici anni che il Chabod chiede che gli spazi del Saint Benin siano resi disponibili. E' incomprensibile che non sia stato fatto ancora nulla, se non uno studio», ha replicato Padovani. In attesa che la situazione si sblocchi, il consigliere ha esortato la Regione a concedere «a breve» gli spazi verdi del Saint-Benin al convitto F. Chabod. «Il prato non è da ristrutturare: concedere uno spazio di aggregazione non penso richieda progetti e tempi così lunghi», ha concluso.
Elena Giovinazzo