Il governo non ha più i numeri e la minoranza non riesce a creare un progetto alternativo
AOSTA. La maggioranza non c'è più e la minoranza non possiede i numeri per proporre un progetto alternativo. Il ribaltone, almeno per ora, non ci sarà.
Le enormi difficoltà da entrambe le parti nel mettere assieme abbastanza consiglieri per raggiungere la fatidica quota 18 sono emerse in più occasioni oggi in consiglio regionale.
La prova di forza della minoranza doveva esserci domani, durante il consiglio regionale straordinario dedicato alla mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore leghista Stefano Aggravi. Il voto avrebbe dovuto rappresentare la spallata finale ad una maggioranza che non c'è più, ma la miccia è stata disinnescata dalle dichiarazioni della presidente Spelgatti rilasciate ai giornali e ripetute oggi in consiglio regionale che confermano che il governo non ha più i numeri.
L'effetto è che Uv e Uvp hanno ritirato la mozione contro Aggravi. «Per senso di responsabilità», hanno spiegato i rappresentanti dei due movimenti. Ma dietro alla scelta c'è anche il concreto rischio di fare una figuraccia politica fallendo la prova dei numeri al momento del voto in aula. La sfiducia ad Aggravi non ha raccolto evidentemente tutto il consenso necessario per essere approvata. O forse semplicemente la forza collante di chi l'ha sostenuta, il "mandare a casa" il governo leghista, è venuta meno perché il governo, nei fatti, è già andato "a casa".
La situazione fa intendere che i tempi non sono maturi nemmeno per un ipotetico fronte autonomista che sulla carta avrebbe i numeri per governare. Uv, Uvp, Stella Alpina - Pnv, Alpe e Misto assieme contano diciotto consiglieri, diciannove ipotizzando l'adesione di Gerandin (che sacrificherebbe però l'intero progetto Mouv'). Eppure nemmeno tra questi cinque/sei gruppi consiliari c'è un accordo.
Cosa accadrà lo si saprà nei prossimi giorni. In aula oggi più consiglieri hanno parlato di elezioni anticipate se non sarà trovata una soluzione in tempi brevi, ma tonare al voto oggi come oggi, con questa legge elettorale, non cambierà alcunché.
Marco Camilli