E' scontro politico dopo il voto in Consiglio regionale sul tema dell'aborto
La discussione in Consiglio Valle sulla Legge 194 di ieri, giovedì, scatena un (ennesimo) scontro tra Valle d'Aosta Aperta e Partito Democratico della Valle d'Aosta.
La coalizione di sinistra parla di «ipocrisia» e punta il dito contro i consiglieri regionali del PD. «Mentre il Pd a guida Elly Schlein scende in campo con un'iniziativa a tutela della Legge 194/1978 e del diritto di autodeterminazione delle donne a scegliere sul proprio corpo - scrive VdA Aperta -, il PD della Valle d’Aosta in Consiglio regionale non vota una mozione precisa e puntuale su questo tema in contrapposizione alla linea della Segretaria. In compenso sottoscrive una risoluzione, limitandosi a leggerla senza motivarla, che toglie dalle premesse il principio di autodeterminazione delle donne e impegna genericamente la Regione a non prevedere il coinvolgimento di soggetti del Terzo settore nell'assetto organizzativo dei servizi consultoriali».
Il Pd valdostano «conferma, ancora una volta, di essere un partito conservatore - sostiene la coalizione - che, pur di mantenere il proprio status quo in maggioranza, non riesce nemmeno a prendere posizione su un testo che esprimeva quegli ideali di tutela dei diritti e di progressismo tanto cari alla Segretaria del loro partito».
La risposta del PD Valle d'Aosta
Il partito bolla invece le affermazioni di VdA Aperta come «accuse pretestuose che non hanno nulla a che vedere con la buona politica». E aggiunge: «l'unica verità è che da ieri, con un voto maturo e consapevole del Consiglio Regionale, in Valle d’Aosta il Governo regionale si è impegnato a: "mantenere l’attuale assetto organizzativo dei servizi dei consultori, che non prevede il coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità". Una scelta inequivocabile che ha un’unica finalità: salvaguardare la legge 194 e la libertà di scelta della donna, senza interferenze alcune».
«L’attacco nei confronti del Partito Democratico - prosegue il partito - è ormai diventato ridondante, portando avanti una politica distruttiva e raramente costruttiva».
«È arrivato il momento di superare personalismi e ripicche per rimettere al centro i diritti delle donne messi in discussione da questa destra reazionaria», aggiunge il PD. «Ogni polemica nel campo delle forze progressiste non fa altro che dare vantaggio alle destre», conclude il partito.
Elena Giovinazzo