Via libera alla legge con 19 voti favorevoli. Bertschy: una riforma importante
Con 19 voti favorevoli e 16 astenuti, il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato una nuova legge sul sistema della formazione professionale della Valle d'Aosta che sostituisce quella in vigore dal 2003.
L'assessore al lavoro, Luigi Bertschy, ha presentato il ddl come «una riforma importante che si propone di dare alle nostre politiche del lavoro e alla formazione una rinnovata spinta per essere attuali e per interpretare al meglio le esigenze dei cittadini in un mondo del lavoro che sappia accogliere al meglio le loro aspirazioni».
Ancora Bertschy: «Questa norma non si sostituisce ad altre azioni, non cambia nell'immediato le criticità che stiamo vivendo - come il trend demografico - ma propone una visione politica per rafforzare il buon lavoro e indica degli obiettivi da raggiungere». Sarà il Piano per le politiche del lavoro già all'attenzione delle Commissioni a concretizzare i contenuti della norma.
«Lavoro e istruzione devono parlarsi sempre più: è questa una necessità per dare risposte, in particolare ai nostri giovani, affinché possano scegliere la loro strada - ha dichiarato ancora l'assessore -. Non ci sono strade migliori o peggiori: ci sono strade giuste che tutti, in particolare i giovani, devono poter percorrere. Occorre anche trovare la giusta collaborazione tra pubblico, che indirizza e governa le politiche, e privato, che offre lavoro».
Per il gruppo Lega VdA, Simone Perron ha evidenziato l'importanza di sviluppare il mercato del lavoro e delle piccole e medie imprese «che, nella nostra regione, rappresenta una parte importante del tessuto economico. Vedremo poi se e come la Giunta saprà applicare i principi generali attraverso le delibere di attuazione, sulle quali vigileremo in maniera costante. Sarà interessante valutare come si inserirà nell'organizzazione del lavoro valdostano la riforma nazionale sugli istituti tecnici e professionali che, voluta fortemente dalla Lega e sostenuta dal Governo nazionale, è in dirittura d'arrivo».
La capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha criticato diversi contenuti della legge. «Per noi, l’istruzione deve mantenere un suo ruolo formativo e non solo di addestramento professionale legato ai bisogni delle imprese», ha affermato. Inoltre «il testo trasforma i Progetti di inclusione sociale e pone il concetto di condizionalità tra le misure di sostegno al reddito o la fruizione dei servizi per il lavoro e l'effettiva disponibilità ad accettare offerte di lavoro o misure di politica attiva, Inoltre, è completamente ignorato il tema del rapporto tra intelligenza artificiale e lavoro che è di grandissima attualità».
Forza Italia, attraverso il capogruppo Pierluigi Marquis, ha spiegato di condividere il testo «sotto il profilo dei principi. Tuttavia, sotto il profilo pratico, la strada è lunga e non sarà semplice, anche perché il mondo del lavoro si è completamente trasformato oltre che digitalizzato e richiede sempre nuove competenze. Secondo noi, occorre maggiore coordinamento tra le varie iniziative che vengono messe in campo, come ad esempio i progetti di inclusione attiva cui non seguono degli sbocchi lavorativi reali. A questi progetti, bisognerebbe per esempio riservare una quota di assunzioni nel pubblico».
Secondo Stefano Aggravi, capogruppo di Rassemblement Valdôtain, la nuova legge è in parte lacunosa. «A livello nazionale, le aziende che esprimono la domanda di lavoro sotto i nove addetti sono sempre meno rispetto a quelle grandi, sopra i 250 lavoratori. La nostra realtà è, però, caratterizzata dalla presenza di numerose micro e piccole imprese. Dalla lettura di questo testo normativo non ci sembra che siano state fatte le necessarie riflessioni su queste logiche che condizionano e condizioneranno sempre più anche il nostro mercato del lavoro».
Elena Giovinazzo