Autonomia differenziata, Testolin: Regione prosegue il monitoraggio

«Capire quali materie non siano già attribuite alla Regione». Ma secondo il presidente della Regione ci sono «problematiche non di poco conto» sull'applicabilità della riforma alle Autonomie speciali

Renzo TestolinSulla riforma dell'autonomia differenziata «la Regione prosegue nell'attento monitoraggio del percorso e dell'impatto dello stesso sulla nostra autonomia, con la cautela d'obbligo tenuto conto delle incertezze». In Consiglio regionale il presidente Renzo Testolin nel fare il punto della situazione sulla legge recentemente approvata dal parlamento.

Rispondendo a una interpellanza della Lega VdA, il presidente della Giunta valdostana chiarisce che gli effetti della riforma ancora non sono del tutto definiti. La legge 86/2024, «nel testo originario stabiliva l'applicazione della clausola di maggior favore (di cui all’articolo 10 legge costituzionale n. 3 /2001) alle Regioni a Statuto speciale, mentre prevede ora l'estensione tout court anche a queste ultime dell'intera disciplina introdotta, compresa quella procedurale. Previsione che - dice Testolin - già crea alcune problematiche non di poco conto, intanto sull'applicabilità alle Autonomie speciali di questa disciplina». Il provvedimento in pratica prevede procedure di negoziazione non disciplinate costituzionalmente dagli Statiti speciali. 

Con l'autonomia differenziata, nove materie possono passare di competenza da Roma alle diverse Regioni. Nel caso della Valle d'Aosta, alcune di queste sono già di competenza locale, Però anche su questo aspetto sorgono diverse criticità. «Bisogna capire quali materie non siano già attribuite alla Regione dallo Statuto e dalle successive norme di attuazione, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale che negli anni le ha plasmate e interpretate». Questo sarà un passaggio importante per poi «decidere quali funzioni, afferenti a materie eventualmente non ancora attribuite, sia opportuno richiedere, ma non per partecipare ad una gara a chi ha più competenze, ma perché la Regione può esercitare quelle funzioni in maniera più efficiente per la comunità valdostana».

Nel complesso quadro della riforma e dei rapporti interistituzionali si inserisce poi una modifica dell'articolo 50 dello Statuto valdostano finalizzata a «introdurre il principio dell'intesa nel procedimento di modifica dello Statuto speciale». Un principio, dice sempre Testolin, che «costituirebbe la garanzia imprescindibile per intraprendere un percorso bilaterale tra Regione e Stato per definire nuovi margini di autonomia, comprese ulteriori materie o funzioni, che per quanto ci riguarda possono comunque essere già acquisite».

Per il vice capogruppo della Lega, Erik Lavy, «La confusione la creiamo noi: è vero che sono fasi delicate da gestire, ma mi aspettavo che riguardo alle competenze in capo alla Regione ci fosse maggiore chiarezza». Secondo il consigliere è un «bene che ci sia un tavolo di lavoro con il Ministro Calderoli per individuare gli strumenti di dialogo e superare lo strumento dell'articolo 48bis puntando sul principio dell'intesa. Le opportunità esistono e occorre sfruttare la nostra posizione di frontiera per lavorare, ad esempio, sul commercio internazionale».

 

 

Marco Camilli

 

 

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