Il consigliere Lucianaz: mai pronunciato frasi offensive in aula

Il consigliere regionale di RV valuta «l'opportunità di presentare querela avverso quei giornali che hanno riportato notizie false ed infondate»

«Chi scrive non ha assolutamente pronunciato in aula frasi offensive rivolte ad alcun collega e il singolo termine incriminato è stato volutamente decontestualizzato da una conversazione privata con un collega, avvenuta fuori microfono, mentre si commentava, tra il vociare generale, una disposizione di carattere regolamentare». Lo afferma in una nota, inviata attraverso uno studio legale, il consigliere regionale Diego Lucianaz del gruppo Rassemblement Valdôtain.

Il riferimento di Lucianaz è a quanto accaduto durante l'ultima seduta del Consiglio regionale. Il consigliere ritiene di essere stato «posto al centro di un caso mediatico la cui narrazione è stata distorta e strumentalmente manipolata. La stessa violenza verbale della quale più di una volta sono stato pubblicamente additato, si è platealmente manifestata durante i lavori della seduta consiliare dello scorso 5 novembre 2024, quando in aula un collega del fronte politico opposto ha inveito nei miei confronti, accusandomi di aver apostrofato con epiteti incivili od inopportuni un suo collega di partito».

Nella nota il consigliere di RV precisa di essersi «subito chiarito con il diretto interessato, con il quale mi sono confrontato prima della ripresa dei lavori assembleari, esponendo l'esatta narrazione dei fatti; costui si è dimostrato equilibrato e comprensivo, cosa di cui non avevo assolutamente dubbi, diversamente da colleghi di partito i quali hanno insistito sulla non corretta ricostruzione dei fatti, immagino a meri fini di una becera strumentalizzazione politica, presupposto ineluttabile del reato di diffamazione».

Secondo Lucianaz «gli organi di stampa, hanno quindi veicolato la propria narrazione, non corretta, e una ricostruzione distorta dei fatti, senza che un solo articolista abbia mai interpellato l'accusato per sentire la sua versione ma, al contrario, imbastendo una trama sul verbo "avrebbe detto", dandone poi ampio risalto giornalistico per fatti e dichiarazioni che non corrispondono al vero. Essendo la misura oramai colma, il sottoscritto ha deciso di affidare ai propri legali il compito di valutare l'opportunità di presentare querela avverso quei giornali che hanno riportato notizie false ed infondate».

 


redazione

 

 

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