«Le altre Regioni e Province Autonome dell'arco alpino hanno già leggi regionali mentre in Valle d'Aosta non c'è neppure ancora la Norma di attuazione»
Ventinove concessioni idroelettriche gestite da CVA, per una potenzia installata di oltre 900 Mega Watt, scadranno tra quattro anni. Secondo Rete Civica, questa situazione evidenzia il «grave ritardo della Regione sulle concessioni idroelettriche».
Una interrogazione del gruppo PCP ha portato il tema in Consiglio Valle. Dalla risposta avuta dal presidente della Regione Renzo Testolin «è emerso che - si legge in una nota - mentre tutte le altre Regioni e Province Autonome dell'arco alpino hanno già approvato le leggi regionali che disciplinano le concessioni in scadenza (ovunque in gran parte scadono nel 2029) in Valle d'Aosta non c'è ancora la Legge regionale, anzi non c'è neppure ancora la Norma di attuazione dello Statuto che consentirà alla Regione di fare la Legge». Esiste uno schema di Norma di attuazione, trasmessa ad Aosta lo scorso ottobre dalla Commissione Paritetica, ma i tempi di approvazione sono «ancora indefiniti».
Su questo settore «cruciale per l'economia e l'autonomia valdostana» incombe dunque «un fattore di grande incertezza», ribadisce PCP.
«Anche sui contenuti della futura legge regionale di disciplina del rinnovo delle concessioni, il presidente della Regione è stato estremamente vago ed è apparso evidente - conclude Rete Civica - che Giunta e maggioranza non hanno le idee chiare e che non si stanno neppure facendo gli approfondimenti, complessi e delicati, per capire quale strada imboccare affinché le concessioni idroelettriche rimangano in capo ad una società pubblica ad intero controllo della Regione».
redazione