In Consiglio Valle discusse due iniziative sulla futura struttura la cui prefattibilità è stata presentata nei giorni scorsi alla popolazione
«È come avere un'auto da Formula 1 che ha il progetto del telaio ma non ha i meccanici e, probabilmente, avrà il motore di una 500». Utilizza una metafora automobilistica Claudio Restano per commentare ciò che potrebbe verificarsi con il futuro ospedale di comunità di Verrès.
Alla popolazione nei giorni scorsi è stato presentato proprio a Verrès lo studio di prefattibilità della struttura che sarà rivolta a coloro che, dopo le dimissioni dall'ospedale, hanno ancora necessità di un periodo di assistenza e di cure prima del rientro a domicilio. Ci sono però delle difficoltà: non di tipo economico, poiché la copertura di 15 milioni di Euro c'è, bensì di personale.
«Il direttore generale, intervenendo nel corso della serata di Verrès, ha puntato il dito sulla carenza di medici e infermieri, precisando che la struttura doveva essere gestita proprio dal personale sanitario, in prevalenza infermieristico», ha evidenziato Restano nell'illustrare questa mattina in Consiglio Valle una interrogazione a risposta immediata presentata dal suo gruppo, Rassemblement Valdôtain, simile a quella sullo stesso argomento a firma Lega Valle d'Aosta.
«Il J.B. Festaz di Aosta, ospedale di comunità già realizzato, vive la carenza di professionisti della sanità - ha affermato Restano - e, da sempre, abbiamo evidenziato la necessità di ampliare i percorsi formativi per le professioni sanitarie, proposte cui non avete ancora dato seguito. Anziché investire nel personale, questo Governo si preoccupa di costruire delle strutture, senza andare a indagare sui bisogni effettivi della sanità».
«Lo studio di prefattibilità è stato presentato con dovizia di particolari e le informazioni fornite nella serata davano certezze per il futuro che certe non possono proprio essere», ha commentato il capogruppo leghista Andrea Manfrin sottolineando anche «l'importanza di avere un punto di primo soccorso a servizio di tutta la Bassa Valle».
C.R.